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Dimissioni del segretario provinciale Pd: "Troppi i tentativi di delegittimarmi"

Il segretario dimissionario, Fabrizio Cerri, mette nel mirino il consigliere regionale Antonio Mazzeo che però invita Cerri ad un ripensamento: "Disponibile a tornare sui miei passi, ma basta scorrettezze"

"Sono stato eletto con un programma chiaro: ridare un'anima al partito e farlo funzionare come una comunità, non come una serie di correnti dove ognuno va per conto suo. Se qualcuno pensa che fossero enunciazioni generiche si sbaglia, per me sono valori fondamentali. Nelle ultime settimane ci sono stati più tentativi di delegittimare la mia figura. Una volta posso passarci sopra, due no". Fabrizio Cerri, spiega così la decisione di dimettersi dal ruolo di segretario provinciale del Partito Democratico. Un incarico ottenuto a febbraio scorso "quasi all'unanimità e per il quale non ho sgomitato, anzi sono stati altri a cercarmi".

Cerri mette nel mirino in particolare il consigliere regionale Antonio Mazzeo e la sua 'corrente'. Due sono stati gli episodi che non sono andati giù all'ormai ex segretario provinciale e che "hanno dimostrato una chiara volontà di far vedere chi comanda". "Il primo, il più grave - spiega Cerri - riguarda le elezioni a Cascina. Un paio di settimane fa ho fatto un'intervista per spiegare che si stava tentando di allargare l'alleanza e trovare una condivisione di programmi a sinistra, con la lista Cascina Oltre. Poco dopo il segretario del circolo di Cisanello, Mario Iannella, mi ha smentito, dicendo che non c'era più tempo da perdere e che il Pd doveva presentarsi da solo". Dichiarazioni che "sono state evidentemente sollecitate da Mazzeo, e che dimostrano l'idea di un partito autoreferenziale, la stessa logica che ci ha portato in questi anni a diverse sconfitte".

Il secondo episodio è invece accaduto nei giorni scorsi e riguarda la scelta del capolista per le elezioni regionali. "Scelte che da sempre vengono fatte a livello regionale e non provinciale - prosegue Cerri - ma anche qui si è tentato di forzare la mano, mettendo il carro davanti ai buoi e chiedendo una riunione della segreteria provinciale per decidere". Una richiesta a cui Cerri si è opposto, "anche perchè avevo già fissato una riunione per il 29 giugno, mentre Mazzeo voleva farla il 25. La scorsa settimana abbiamo avuto un incontro per trovare una mediazione. Gli ho detto che dovevano smetterla con questi comportamenti scorretti. Posso accettare uno sgarro una volta, non due. A quel punto è stata fatta partire una raccolta firme per chiedere di anticipare la riunione. Una forzatura evidente con l'unico scopo di far vedere chi comanda".

Ci sono poi anche motivazioni politiche, in particolare sul tema delle infrastrutture. Prima tra tutti l'aeroporto ma anche "della velocizzazione dei treni per Firenze e della sistemazione della Fi-Pi-Li. I candidati alla regione - afferma Cerri - devono combattere la marginalizzazione di Pisa e in generale dell'area costiera. Non si può avere paura di posizioni troppo radicali". 

Nella giornata di ieri, 23 giugno, Mazzeo è intervenuto con una nota per chiedere a Cerri un ripensamento. "Sono disposto tornare sui miei passi - conclude Cerri - purché ci sia un azzeramento totale delle vicende che mi hanno portato a dimettermi e si torni a ragionare con l'idea di un partito comunità. In queste ore ho sentito tante persone che mi hanno chiesto un ripensamento. Non ho sentito Mazzeo".

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