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Dimissioni di Cerri, Mazzeo: "Ci ripensi"

Il consigliere regionale all'ormai ex segretario provinciale del Pd: "Il partito ha bisogno di tutto tranne che di una lacerazione". L'assessore Bedini (FdI): "Nel Pd i renziani sono ancora maggioranza"

"È una scelta che mi dispiace molto e gli rivolgo fin da subito un invito a ripensarci perché, a 90 giorni dalle elezioni amministrative e regionali, il nostro partito ha bisogno di tutto tranne che di una lacerazione così forte". Il consigliere regionale del Pd, Antonio Mazzeo, commenta così la notizia delle dimissioni da segretario provinciale del partito da parte di Fabrizio Cerri.

"So bene - afferma Mazzeo - che non è semplice guidare una comunità plurale come la nostra, ma non possiamo pensare di affrontare due partite decisive come il voto di Cascina e quello contro Salvini e la Ceccardi per la Toscana in condizioni di debolezza e incertezza o peggio ancora con un partito commissariato. Oggi più di sempre, dopo le drammatiche conseguenze della pandemia e del lockdown, le persone ci chiedono di pensare alla salute, al lavoro, alla cassa integrazione che non arriva, al ritorno a scuola, alla sicurezza economica e sociale. Avere posizioni anche diverse, all'interno di un partito, è legittimo ma se dobbiamo discutere, facciamolo per trovare soluzioni a questi temi che sono fondamentali per la vita vera di migliaia di famiglie. Dare l'impressione di dedicare tempo ed energie a dibattiti autoreferenziali, in un momento così grave come quello che stiamo vivendo, suonerebbe a dir poco incomprensibile".

Sulla vicenda interviene anche l'assessore della giunta Conti, Filippo Bedini (FdI). "Ho svolto lo stesso ingrato ruolo di segretario provinciale in Fratelli d’Italia per anni - scrive Bedini - e mi viene da dare una lettura politica del gesto di Cerri. Non voglio con questo fare irruzione in casa d’altri, ci mancherebbe. Ma aver seguito per anni le vicende politiche pisane e aver imparato ad apprezzare le doti di Cerri mi portano a fare alcune considerazioni. Nonostante la distanza abissale dalle posizioni dell’ex assessore e ormai ex segretario PD, lo ritengo uno dei migliori esponenti del panorama politico pisano. Innanzitutto, per come lo conosco la sua decisione sarà stata soffertissima: preparato, esperto e deciso, direi quasi grintoso, Cerri non è uno che molla facilmente. Infatti, dice lui stesso di averci pensato 3 giorni. Se si è dimesso significa senza dubbio che il PD pisano è una polveriera ingestibile e che i dissidi interni, che hanno contribuito in misura importante alla sconfitta nel comune capoluogo nel 2018, sono ben lungi dall’essere sanati. E probabilmente non sono neanche sanabili, perché se non ci è riuscito Cerri dubito fortemente che qualcun altro possa realizzare una simile impresa. Cerri descrive il suo PD come un partito in cui non ci sono spazi perché lui, a mio avviso il più bravo, possa fare il segretario, e soprattutto nel quale gli 'organismi dirigenti riflettono la situazione di 3-4 anni fa'. Cosa significa? Significa che il PD pisano è sempre in mano alle correnti, e che i renziani sono ancora maggioranza, nonostante Renzi si sia fatto un altro partito".

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