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Documento assemblea Partio Democratico Cascina

Documento dell'assemblea comunale del PD di Cascina approvato in data 23/4/2013

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Durante l'assemblea comunale del PD cascinese è stato presentato e approvato il seguente documento relativo alle ultime vicende che hanno riguardato l'elezione del capo dello Stato.

Gli ultimi avvenimenti politici legati alle elezioni del Presidente della Repubblica hanno avuto un effetto dirompente sul Partito Democratico, che ha vissuto sicuramente le giornate più drammatiche dalla sua fondazione ad oggi.
Oltre alle divisioni interne, quello che è balzato agli occhi di tutti è stato il profondo solco creatosi tra dirigenza nazionale, parlamentari e la base, relativamente alle scelte e alle strategie poste in atto.
Dapprima la scelta di convergere con il PDL sul nome di Franco Marini: decisione questa contestata non per la persona ma per il metodo, visto che sulla figura dell'ex Presidente del Senato non si era raggiunto un accordo interno; ancor più grave è stato poi il mancato appoggio di tanti parlamentari sulla figura di Romano Prodi, padre fondatore del PD, sul quale l'assemblea dei grandi elettori si era espressa favorevolmente, con una unanimità rivelatasi poi di facciata. Tali accadimenti hanno avuto ovviamente riflessi sul piano locale, ed in particolare tanti cittadini cascinesi, iscritti, semplici simpatizzanti ed elettori hanno manifestato un profondo dissenso e disagio di fronte alle scelte operate sul piano nazionale; in particolare i più ritengono che la dirigenza nazionale del PD abbia tradito l'idea di cambiamento che il Partito ha portato avanti sia in campagna elettorale che nel difficile scenario post-voto.
Addirittura, la sede di Cascina in P.zza dei Caduti è stata oggetto di un piccolo atto vandalico, che, pur nella sua stupidità ed inutilità, testimonia il difficile clima venutosi a creare.
Nonostante questi fatti e malgrado le vicende romane crediamo che sia proprio questo il momento di impegnarci ancora più a fondo nella costruzione di un Partito che sia davvero portatore di cambiamento, riforme e proposte concrete per un Paese piegato dalla crisi economica ed istituzionale. Siamo disposti a metterci la faccia, a patto che il PD si rinnovi nelle persone, nelle idee e nelle modalità di partecipazione e dibattito.
Per questo chiediamo che il destino del Partito non sia più affidato a chi, indipendentemente dal dato anagrafico o dalla storia politica, ha finora condizionato le
scelte politiche in base a vecchie dinamiche correntizie e logiche di conservazione. Solo così questa crisi, che alcuni hanno addirittura considerato l'anticamera di una scissione, potrà invece rappresentare un momento di svolta, forse il vero atto fondativo del Partito Democratico.

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