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Dopo gli sputi a Livorno, l'Inno di Mameli per Giorgia Meloni a Pontedera

La leader di Fratelli d'Italia è stata accolta in maniera pacifica nella città della Vespa. E il sindaco ironicamente le lascia la Costituzione in regalo

E' stata accolta dall'inno nazionale italiano la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni che, nel pomeriggio di martedì 13 febbraio, ha fatto tappa in piazza Cavour a Pontedera, una partecipazione agitata dalla polemica dei giorni scorsi con il sindaco pontederese Simone Millozzi. Prima di arrivare nella città della Vespa, l'onorevole Meloni aveva fatto tappa nel primo pomeriggio a Livorno dove era stata contestata da un gruppo di appartenenti a centri sociali. A Pontedera tutto si è svolto in maniera pacifica senza alcuna contestazione. Giorgia Meloni ha salutato la piazza con un riferimento subito al primo cittadino pontederese. "Grazie per essere qui per stabilire un principio fondante della nostra Costituzione, l'art.21 che sancisce la libertà di espressione. Noi non ci facciamo dire dal sindaco di Pontedera cosa FdI può fare per i cittadini italiani. Io chiedo solo il diritto di poter dire la mia, ma d'altra parte capisco questa sinistra che non può fare altro che tirare fuori l'antifascismo". Meloni ha poi sottolineato l'importanza di difendere l'identità italiana, "lo Ius Soli no, tanto vinciamo noi e non lo facciamo" ha affermato decisa rispondendo a qualcuno sotto al palco-furgoncino. "Oggi è martedì grasso e vogliamo sorridere, avrei voluto mettermi una maschera da mummia - ha ironizzato riferendosi alla polemica con il Museo Egizio di Torino - mi sarebbe piaciuto che Renzi avesse chiamato quel Carabiniere picchiato a Piacenza che guadagna 1200 euro al mese, piuttosto che il direttore del Museo Egizio che ne guadagna 120mila all'anno". "Ringrazio le forze dell'ordine perchè dovrebbero fare altro invece che difendere me, ma prima a Livorno se non ci fossero state loro io sarei stata picchiata da un gruppo di appartenenti ai centri sociali che hanno lanciato bottiglie, dato calci alla macchina e cercato di sputarci, impedendoci di parlare con i commercianti".

E proprio il sindaco Millozzi in un ironico post su Facebook, dal titolo 'Un Martedì grasso ma di sana e robusta 'Costituzione'', aveva reso noto di non poter essere presente per accogliere Giorgia Meloni, ma che aveva lasciato un piccolo cadeau a Palazzo Stefanelli.

"Oggi sarò impegnato prima a Firenze all'assemblea Anci e poi a Pisa ai lavori del tavolo provinciale sull'antifascismo; non potrò accogliere di persona l'onorevole Giorgia Meloni che ha annunciato la sua visita a Pontedera - ha scritto il primo cittadino pontederese - la città è sempre lieta di ospitare ogni Deputato o Senatore della Repubblica. Qualora volesse passare dal Municipio mi sono premurato di lasciarle in portineria un piccolo pensiero: gli estratti della Costituzione, della legge Scelba e Mancino (sul divieto di ricostituzione del partito fascista e di istigazione all'odio razziale), che i suoi rappresentanti locali hanno cancellato da un modulo predisposto dal Comune in ragione di chissà quale imbarazzo. Mi aspetto che l'iniziativa di Fratelli d'Italia non tradisca lo spirito 'carnevalesco' che si respira in città durante il Martedì grasso. Se oltre alla manifestazione sarà occupato il suolo pubblico con gazebo, pedane.... spero inoltre che gli organizzatori abbiano presentato agli uffici la domanda con la forma ed il contenuto che ciascuno è tenuto a rispettare, si chiami Meloni, Millozzi o Pinco Pallino". "A Pontedera - prosegue Millozzi - le regole valgono per tutti e per rispetto del principio di uguaglianza la loro trasgressione viene sanzionata. Aggiungo infine, soprattutto per i più smemorati, che il diritto di manifestare il pensiero, garantito dall'art. 21 della Costituzione, è scolpito nell'identità di questo territorio. E tutti sanno anche che tale diritto è tutelato dalla nostra bellissima Costituzione proprio perché una delle innumerevoli vergogne del ventennio fascista fu la censura e la limitazione della libertà di espressione, attraverso il controllo dei mass media, della stampa, della radiodiffusione, della parola, fino ad arrivare alla soppressione della libertà di associazione. Ecco perché la Repubblica italiana, con la sua Costituzione e le sue leggi, non ha mancato di sancire, espressamente, il ripudio dell'ideologia fascista. Ecco perché non è accettabile 'sbianchettare' su nessun modello norme in vigore poste a presidio delle nostre libertà e della nostra storia".

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