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Elezioni 2018

Elezioni politiche 2018, LeU: "Siamo l'unica novità di questa campagna elettorale"

Liberi e Uguali ha presentato i candidati per l'uninominale: Nicola Fratoianni, Paolo Fontanelli e Serena Cortecci

"Siamo l'unica novità di questa campagna elettorale". Così i candidati 'pisani' di Liberi e Uguali a Camera e Senato, Nicola Fratoianni, Paolo Fontanelli e Serena Cortecci, che questa mattina, lunedì 5 febbraio, hanno incontrato la stampa presso la sede elettorale di via San Martino per presentarsi in vista delle elezioni del prossimo 4 marzo. La presentazione pubblica si svolgerà invece questa sera alle 21 alla Stazione Leopolda.

"Sarà una sfida - ha detto l'ex sindaco di Pisa, Paolo Fontanelli, candidato a Pisa nel collegio uninominale al Senato e capolista al collegio plurinominale Senato Toscana 2 - che affronteremo con grande determinazione per dare risposte ai bisogni del Paese, ed in particolare a quelle fasce sociali dimenticate in questi anni dal Governo". Da qui il programma della lista basato su "politiche diverse da quelle attuate fino ad ora - ha proseguito Fontanelli - ed incentrate su lavoro, lotta alle disuguaglianze, sanità, servizi sociali istruzione e ricerca. Un tema, quest'ultimo, strategico per la nostra città ma anche per il futuro del nostro Paese". 

Sulla stessa linea Serena Cortecci, insegnante di discipline giuridiche ed economiche in un liceo di Colle Val d'Elsa ed ex assessore alla Politiche educative del comune di Poggibonsi, candidata per Leu alla Camera nel collegio uninominale di Pontedera-Poggibonsi. "Il mio impegno in politica - ha detto la Cortecci - non ha radici lontane. Mi sono avvicinata a questo mondo perchè penso che la politica sia uno strumento per cambiare le cose ma lo si può fare solo attraverso il dialogo. Il collegio in cui sono candidata è un collegio enorme, perchè articolato su due diverse province, entrambe accomunate da problematiche comuni, in particolare per quanto riguarda il lavoro. Il nostro è un programma semplice che ha un unico obiettivo: quello di non lasciare indietro nessuno". 

"Pisa - ha esordito Nicola Fratroianni, capolista per Leu alla Camera proporzionale nel collegio Toscana 2, e candidato nel collegio uninominale alla Camera a Pisa - è la mia città: è qui che sono nato, cresciuto ed ho studiato. E per questo sono molto felice di esser candidato qui. In Italia la più grande emergenza si chiama disuguaglianza, un'emergenza che vogliamo superare anche grazie ad una maggiore progressività fiscale. Dall'altra parte invece propongono la flat tax, trasformandosi così in una sorta di Robin Hood al contrario. Siamo noi la vera alternativa alle destre".

Fratoianni mette nel mirino la Lega Nord. "Leggo in giro - prosegue Fratoianni - che contano di conquistare la Toscana e Pisa, ma questo non succederà perchè troveranno noi sulla loro strada. Le destre dovrebbero fare i conti con la loro coscienza e con il clima di odio e di razzismo che stanno seminando in giro per il Paese. Un clima nel quale possono accadere fatti come quelli avvenuti a Macerata, per me un vero e proprio attentato terroristico di stampo nazifascista".

Gli esponenti di Leu non rispramiano critiche nemmeno al Pd, colpevole, da un lato di aver approvato insieme ad altri partiti "una legge elettorale che prepara già il campo per le larghe intese", dall'altro di aver attuato politiche, dal Job act alla Buona Scuola, che hanno 'strizzato l'occhio' alla destra e che hanno fatto "resuscitare perfino Berlusconi, ormai avviato al mestiere di nonno". I candidati hanno anche spiegato come delle amministrative di maggio, in cui si voterà anche a Pisa, "se ne discuterà solo dopo il 4 marzo".

Infine Fontanelli ha voluto rispondere al ministro Fedeli, candidata al collegio uninominale al Senato a Pisa per il Pd, che alcuni giorni fa aveva commentato l'uscita dal Pd di Fontanelli e la sua adesione a Liberi e Uguali. "La trovo un pò nervosa - ha detto Fontanelli - in sostanza mi accusa di essere un irresponsabile per essere uscito dal Pd. Io ricordo alla Fedeli che non ho votato nè il Job act nè la Buona Scuola, nè l'Italicum nè il Referendum costituzionale. Nessuno nel Pd si è mai posto il problema di discutere con chi era in disaccordo e anzi, quando siamo usciti dal partito, qualcuno era perfino contento. Dunque le chiedo: di chi è la responsabilità di tutto questo?"

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