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Giovedì, 18 Aprile 2024
Elezioni comunali 2018

Elezioni comunali, a tu per tu con Antonio Veronese: "Dobbiamo tornare a guardare avanti"

Abbiamo rivolto alcune domande al candidato sindaco di Patto Civico e Progetto Pisa

Antonio Veronese, storico imprenditore pisano, è candidato sindaco per le liste Patto Civico e Progetto Pisa. Opera nel turismo da circa quarant'anni ed ha ricoperto la carica di presidente di Confesercenti per molti anni. "Non mi ritengo nuovo alla politica, in parte perché da giovane ho militato nel Partito Socialista, ma soprattutto perché essere il rappresentante di una associazione di categoria significa avere contatti con le persone, i meccanismi e le criticità della macchina comunale e della sua amministrazione" afferma Veronese.

Veronese, quali sono le motivazioni che l’hanno portata a candidarsi a sindaco?

"Vedo una città spenta, senza slancio per il futuro. Ci sono tanti problemi, primo tra tutti quello della sicurezza, ma credo che siano effetti di un problema più generale: abbiamo smesso di pensare e di credere al futuro. Voglio una città che crea benessere e posti di lavoro, che attrae competenze e investimenti, che non si condanna al grigio di chi non vede altro che problemi, ma ritorna a guardare avanti".

Quali sono i problemi principali del Comune? Cosa in questi anni secondo lei non è stato fatto per Pisa?

"Il Comune ha sofferto la 'sindrome del potere consolidato', la nostra classe dirigente si è identificata con il potere ed ha gestito la città come una sua proprietà. Io credo in una pubblica amministrazione che rispetta e ascolta i bisogni e le richieste dei cittadini, odio il potere gestito con prepotenza.
Ci sono tanti problemi specifici, ma se guardiamo bene derivano tutti da un'unica matrice: chi amministra non ascolta. Non si ascoltano le imprese che chiedono aiuto, snellimento della burocrazia, riduzione delle tasse; non si ascoltano i cittadini che non chiedono grandi opere, ma decoro urbano, sicurezza. Non si ascoltano le famiglie che chiedono servizi di welfare e non dichiarazioni di principio".

Quali sono i punti salienti, le priorità del suo programma elettorale?

"Dare voce a imprese, commercio e professionisti: sono loro che creano ricchezza sul territorio e sono loro che a Pisa non hanno interlocutori da troppi anni. Dare nuovo slancio economico alla città: voglio che Pisa diventi la città più ricca e dinamica della Toscana, voglio che i nostri giovani possano trovare lavoro localmente ed essere gratificati. Pensate che solo gestendo in maniera competente il turismo che già transita su Pisa si potrebbero portare in città centinaia di posti di lavoro ed una ricchezza impressionante.
Voglio risolvere il problema della mancanza di sicurezza e del degrado. Serve una gestione seria e pianificata, ma la vera sconfitta al degrado arriverà quando Pisa sarà di nuovo una città benestante e dinamica".

Proprio il tema sicurezza è molto sentito in città: qual è la sua ‘ricetta’ in merito?

"Se guarda tutti i partiti e tutte le liste civiche la 'ricettina' per la sicurezza si assomiglia sempre. Da centrodestra a centrosinistra si parla sempre delle stesse cose: prendere qualche vigile in più, mettere qualche telecamera in più, presidiare di più il territorio, armeria e cella di sicurezza per la Municipale, daspo urbano e così via...Sapete perché le proposte sono uguali per tutti? Perché queste sono le uniche cose che un sindaco può fare direttamente. Sono proposte utili, che condividiamo anche noi, ma non ci illudiamo che siano risolutive. La svolta sulla sicurezza non passerà dalla lista della spesa di proposte, ma da una nuova capacità di dialogo e coordinamento tra il sindaco e gli altri attori della sicurezza: questore, prefetto, Carabinieri e Guardia di Finanza. Oggi non abbiamo un piano di sicurezza organico, il sindaco ha lasciato tutti da soli: questo è il problema da risolvere".

Quale percentuale di voti si sente di poter raggiungere in queste Amministrative?

"Sbalorditiva!".

Perché i cittadini dovrebbero votarla?

"Perché offro una alternativa fondata su due cardini: si accede agli incarichi per competenza e si procede con un orizzonte lungo, pensando a cosa potrà diventare Pisa tra dieci o venti anni. Oggi ci sono troppe liste e partiti di tappabuchi, focalizzati solo sul risolvere i problemi di oggi, senza capire che senza prospettive si cade di problema in problema senza mai arrivare alla soluzione".

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