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Provincia, si rinnova il Consiglio: "Elezioni di secondo grado inopportune"

Due le liste in campo, una di centrodestra e una di centrosinistra. A votare saranno i sindaci e i consiglieri dei comuni della provincia e Filippeschi resterà comunque presidente. Le critiche di Sinistra Italiana

Si svolgono oggi, domenica 8 gennaio, le elezioni per il rinnovo dei consigli provinciali. A votare saranno tutti i Sindaci e i consiglieri comunali in carica di tutti i Comuni della provincia di Pisa (in numero di 524 elettori). Le votazioni si svolgeranno dalle ore 8 alle ore 20 presso la sede della Provincia di Pisa in Via Nenni n° 30 a Pisa. Sono state presentate due liste, una di centrodestra e una di centrosinistra. Non si vota invece per il presidente della provincia, Marco Filippeschi, il cui mandato è più lungo di quello del suo stesso consiglio. Le operazioni di spoglio avranno luogo nella mattinata di lunedì 9 gennaio, per consentire l’accurata applicazione del valore di ponderazione al calcolo dei voti espressi - diverso per ogni Comune in base al numero di abitanti - e determinare così l’attribuzione dei seggi.

Critiche arrivano dal gruppo promotore di Sinistra Italiana a Pisa, sulle modalità di voto. "Riteniamo assolutamente inopportuna - afferma il gruppo promotore di Sinistra Italiana Pisa - la scelta di riproporre la elezione di secondo grado, istituita da una legge che dichiarava di essere 'in attesa della riforma costituzionale', che come noto avrebbe dovuto anche abrogare le Provincie, ma che è stata spazzata via dal voto popolare nel referendum del 4 dicembre scorso. Il voto di secondo grado è stato, con il referendum, rigettato, in modo specifico per quanto riguarda il Senato. Nemmeno sappiamo quale sia il bilancio della confusa gestione degli ultimi due anni, che ha trasferito in maniera incoerente le competenze, ha messo a dura prova i dipendenti e i loro diritti, ha sottratto ai cittadini servizi essenziali, come nel caso della Biblioteca Provinciale, o del cambio di destinazione delle Officine Garibaldi sottratte al loro uso di centro di cultura, di associazione e di biblioteca. Non lo sappiamo perchè non è dato di rintracciare programmi delle due liste, o comunque non sono stati resi noti. Nè sono stati consultati i consigli comunali, le espressioni vere dei territori, dunque titolari del diritto di dare indicazioni sulle politiche di area vasta, di comprensorio, e delle province. Questa elezione è una cosa per soli 'addetti'".

"E' evidente - prosegue il gruppo - che non si vuole prendere atto della lezione democratica del referendum, e continuare con un metodo estraneo alla richiesta democratica e di partecipazione. In occasione del voto dell'8 gennaio, nel quale non si può esprimere consenso a metodi e contenuti così riproposti, deve venire forte la richiesta di elezioni democratiche, di rifinanziamento e di riassetto di una istituzione locale prevista dalla Costituzione e, se ben organizzata, utile ai cittadini. Noi ci adopereremo per questo, con l'auspicio che anche tra i circa cinquecento ammessi al voto, oltre che tra i cittadini espropriati del loro diritto, si faccia sentire, nell'urna e anche fuori, la necessità di una svolta".

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