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Fallimento Navicelli: al Comune mancano oltre 5 milioni di euro in opere pubbliche

Dopo una prima sommaria ricognizione il Comune è creditore verso la società delle opere di urbanizzazione incompiute, più il centro di raccolta dei rifiuti a Porta a Mare. Attacca Ucic-Prc: "Il Comune si comporta come una banca per i privati"

Alla fine pagano i cittadini, sotto forma di opere assenti e servizi mancanti. Al Comune di Pisa, per il fallimento della Navicelli, mancano oltre 5 milioni di euro di opere di urbanizzazione, previste nella convenzione fra la società e l'ente pubblico, interventi non realizzati o degradati nel tempo. Manca anche il centro di raccolta rifiuti di Porta a Mare, pagato dal Comune 300mila euro e rimosso su richiesta di Ikea nel 2014. Al momento non si sa se e quando queste infrastrutture saranno 'recuperate' con la procedura fallimentare.

LE STIME. Questa la situazione denunciata dal gruppo consiliare di 'Una città in Comune-Prc' nella conferenza stampa di oggi, che fa seguito alla discussione di ieri in Consiglio Comunale. In quella occasione ha ricevuto risposta l'interpellanza fatta a maggio di quest'anno dai consiglieri Auletta e Ricci, in cui si chiedeva di quantificare i crediti del Comune verso la Navicelli fallita in quel periodo. "L'assessore Serfogli -  spiega Auletta - nella sua relazione ha parlato di oltre 5 milioni di euro di crediti in opere pubbliche. Di queste ne sono state realizzate solo una piccola parte, la maggior parte dei casi senza collaudo, e pure quelle fatte si stanno degradando negli anni, fin da prima del 2011".

Un quando aggravato dal fatto che si tratta di stime approssimative: "Le verifiche sono state fatte 'a vista' dice la relazione, la società in fallimento infatti non ha portato i tecnici per fare sopralluoghi adeguati. Così 5 milioni sono una cifra probabilmente sottostimata. Come è possibile che dopo i 22 milioni incassati da Ikea per i terreni nel giro di 3 anni si sia falliti? Se le opere non sono state fatte, dove sono finiti i soldi?".

Il non avere numeri precisi può inficiare le pretese del Comune creditore nella procedura fallimentare. La procedura peraltro chiude i termini di partecipazione il 13 settembre, con prima udienza fissata al 15 ottobre. "Se non sai quanto chiedere, se poi ti viene riconosciuto qualcosa, magari è meno di quanto davvero ti sarebbe spettato se avessi chiesto la cifra giusta. Ci auguriamo poi che si riesca comunque ad essere dentro la procedura".

"DEBOLI COI FORTI". Grandi assenti in tutta questa incertezza sono l'Amministrazione e la maggioranza secondo Ucic-Prc, sia sul lato dei controlli che della comunicazione pubblica. "Non c'è trasparenza sui rapporti fra la Navicelli ed il Comune - prosegue sempre Auletta - e nemmeno sul lato della comunicazione pubblica. Il Pd ad esempio non si è mai espresso su tutto questo. La variante che ha permesso la grande plusvalenza nella vendita dei terreni è stata una 'variante a pagamento' come ho detto in Consiglio, perché senza il pagamento della Navicelli si è detto pubblicamente che non si sarebbe approvata. E dove sta qua l'interesse pubblico della programmazione urbanistica?".

La critica è quella di non aver messo in atto i dovuti controlli, accorgendosi troppo tardi di quanto stava accadento. "Non stiamo dicendo che il Comune sia responsabile per il fallimento della Navicelli - afferma Ricci - ma se ci si mette in mano del tutto ai privati si corrono questi rischi". Permissivi con alcuni, spietati con altri: "Si stacca l'acqua alle case ai morosi e si sfrattano, scuole senza carta igienica - aggiunge Auletta - quando qua ballano milioni di euro e si tolgono servizi essenziali ai cittadini per accontentare grossi gruppi e multinazionali".

Fra il cumulo dei crediti c'è infatti anche il centro di raccolta rifiuti di Porta a Mare. La struttura era costata 300mila euro al Comune ed era stata sistemata in via del Gargalone nel 2013. "Ad inizio 2014 - spiega Auletta - Ikea ha chiesto di spostarlo perché rovinava l'immagine all'ingresso dello store. Il Comune così lo smonta, con la Navicelli che avrebbe dovuto rifarlo altrove. Il fallimento ha fermato tutto. Gli abitanti di Porta a Mare, La Vettola, San Piero si sono visti togliere un servizio senza sapere se lo riavranno, con la possibilità che dovrà essere di nuovo il Comune a spendere per rifarlo".

PAURA BOCCADARNO. "Gli stessi imprenditori della Navicelli - afferma Auletta - sono quelli dell'operazione al porto di Marina. L'amministratore attuale della Boccadarno Tempesti era il presidente del collegio dei revisori dei conti della Navicelli; Bottai era il presidente della società alla vendita Ikea, ora è un consulente della stessa Navicelli; Panchetti è socio sia di questa che della Boccadarno. Le stesse persone per le operazioni più importanti, con la stessa procedura del caso Ikea, perché la Boccadarno deve ancora pagare le aree comunali usate, per una cifra di 8 milioni di euro".

"Il Comune in pratica fa da banca per i privati - è la considerazione finale di Auletta - e ancora l'Amministrazione parla di legalità e rispetto delle regole. In base a come sono andate e a come stanno andando le cose, cosa dobbiamo aspettarci sul porto? A dicembre 2014 si votò un Odg per invitare il Comune a intascare questi 8 milioni, se gli affari vanno così bene come dicono perché la Boccadarno non paga? Si faccia chiarezza anche sui conti, su operazioni come queste serve la massima attenzione. Ci facciamo mezzo bilancio con tutti questi soldi".  

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