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Consiglio Comunale: Garzella lascia il gruppo Forza Italia-Pdl

Il consigliere va nel gruppo misto e fonda 'Pisa è'. Alla base del divorzio la sua intenzione di votare sì al referendum costituzionale, ma anche passate ed attuali incomprensioni

Divergenze sempre maggiori, con il 'colpo di grazia' del referendum. Il consigliere comunale di Fi-Pdl Giovanni Garzella si dimette da capogruppo e va nel gruppo misto, costituendo al suo interno 'Pisa è'. Una rottura con Forza Italia già presente da tempo, in cui l'appuntamento del 4 dicembre è stato l'ultimo atto di un rapporto logoro.

Spiega infatti Garzella che il partito ha avuto una "deriva non democratica e populista", e circa il referendum spiega che è favorevole alla riforma, così come i tanti fuorisciti dal partito nazionale voteranno sì al referendum perché "in linea con il Programma Elettorale del Pdl del 2013".

Di seguito la lettera del consigliere che spiega i passaggi e la sua militanza nel partito.

"Dopo essermi confrontato con il Gruppo di FI-PDL per diverse settimane ed averLi ascoltati ho capito che non sia possibile per Loro le strade che avevo immaginato di percorrere per consentirci di stare insieme o comunque federati in qualche maniera: votare SI al Referendum Costituzionale rimanendo tutto come è, per Loro, non è possibile. Li ringrazio comunque di tutto.

Sono tutti amici per cui capisco che sia difficile trovare una soluzione Politica risolutiva senza ulteriori scossoni. La mia decisione primaverile di non tesserarmi a FI, nonostante le proroghe e le promesse reiterate di un congresso, è confermata. La ulteriore decisione, presa alcune settimane fa, di votare SI al Referendum Costituzionale previsto affinché il Popolo si pronunci complica da parte Loro la situazione.

Il gruppo nasce dopo una scissione del Partito del PDL che tutti conoscono. Sono stato pregato affinché io fossi in lista, fossi capolista e conducessi il Gruppo nella Consiliatura. La scelta così strutturata mi ha caricato di responsabilità al punto che ho cercato in ogni modo di venire incontro alle esigenze manifestatemi dopo il voto.

Ho condotto una trattativa non facile per portare in porto i CTP secondo le Loro indicazioni, valorizzando al massimo persone da Loro indicate e soprattutto confrontandomi con tutto il Partito del PDL in ogni passo. Il risultato è stato ottimo ottenendo addirittura 3 Vice Presidenze su 6. Ho condotto una trattativa per il Comune che ha portato, nonostante la frammentazione delle Minoranze, ad una Vice Presidenza nostra e ad una serie di ruoli Istituzionali non di poco conto secondo le aspettative, le ambizioni e le richieste fattemi.

Ho fatto un passo indietro sulla Commissione Urbanistica e ho proposto il primo dei non eletti come uditore. Una soluzione inaspettata da tutti, apprezzata da tutti e che oggi probabilmente ha contribuito, in parte, a candidarlo ed ad essere poi nominato ad assessore al Comune di Cascina.

Ho sempre ricercato elementi di unità nel gruppo anche quando i passaggi sono stati stretti come ad esempio l’ultimo allargamento delle Commissioni avvenute a vantaggio di FI-PDL e a discapito di 5 stelle dopo una lunga ed estenuante battaglia. Ma soprattutto aver ricomposto la questione all’interno del Gruppo facendo un passo indietro io ed un collega.

Sono molti i fatti che mi fanno dire con orgoglio di aver adempiuto al mio mandato con saggezza e rispetto, la stessa saggezza e rispetto che mi hanno dimostrato Loro fino ad oggi.

A malincuore la Politica/Partitica ha inciso profondamente l’autonomia del Gruppo piano piano, minandola con scelte esterne mai discusse prima tra noi ma calate dall’alto. Abbiamo dovuto cambiare nome perché il PDL si è sciolto ed oggi ci chiamiamo FI-PDL. Il Partito di riferimento non era più il Partito con il quale siamo stati eletti. Ci sono state le Elezioni Regionali che hanno creato un primo scossone alla nostra struttura perché da un lato la mia candidatura è venuta meno per mia scelta e dall’altro ha diviso il gruppo nelle preferenze.

Per me quella è stata la svolta. Ho cominciato a guardarci in maniera distaccata e mi sono reso conto che il Nuovo Partito di FI, al quale aderii insieme a Loro nel 2014, non era più quello di 20 anni prima...

Eletto nel PDL non ho trovato nella nuova Forza Italia, come del resto la maggior parte dei parlamentari eletti nel 2013, quel Partito Democratico che auspicavo. Dal 2013 il Gruppo Parlamentare del PDL, ha subito un tracollo di presenze, il 52,8% dei Parlamentari ha lasciato il gruppo (da 195 a 92) migrando altrove... quasi la totalità di questi voterà SI al Referendum ritenendolo in linea con il Programma Elettorale del PDL 2013.

Eletto nel PDL non ho trovato nelle motivazioni del NO al Referendum Costituzionale espresse da Forza Italia, quella continuità Politica e di visione espressa nel programma elettorale del PDL del 2013 con il quale sono stato eletto. La maggioranza del Gruppo oggi è di Forza Italia e la Libertà di potermi esprimere liberamente in questo Referendum senza che questo non apra una "questione politica" non è possibile.

Per queste ragioni con profondo dispiacere soprattutto per l'amicizia che mi lega con Loro faccio una serie di passi indietro dimettendomi da Capo Gruppo e aderendo al Gruppo Misto.

Questa scelta comporterà anche le mie dimissioni da Presidente di Commissione di Controllo.

Con le dimissioni ho inteso ribadire la mia libertà di opinione e di voto esprimendo un convinto SI e nel contempo togliere Loro dall'imbarazzo con una decisone di chiarezza coerente con le mie convinzioni. Su temi istituzionali riguardanti le regole della democrazia e la libertà di voto io non faccio passi indietro ma in avanti.

Io non sono iscritto a Forza Italia e quindi non sono neppure vincolato alle decisioni di un Partito. Non sono iscritto perché non condivido la deriva non democratica e populista conseguente alle alleanze che si prospettano nel centro destra e che sono lontane dalla mia cultura politica e da quella che esprimeva il PDL. La spinta riformista di Berlusconi, inizialmente molto forte ed apprezzabile, si è persa per strada, nonostante che FI abbia votato per due volte la riforma in parlamento.

Non condivido la posizione intransigente per il NO di stampo prettamente politico e di schieramento che poco si addice ad una consultazione istituzionale. Voterò SI per tre motivi di fondo.

In primo luogo l'esigenza di assicurare la governabilità al paese attraverso maggioranze chiare che tolgano il terreno sotto i piedi al trasformismo imperante in parlamento. Apprezzo poi il fatto che l'iter legislativo sarà più snello, esigenza sottolineata fortemente da FI nel passato. Infine sono convinto che la vittoria del SI assicurerà maggiore credibilità a livello internazionale al nostro paese e ciò aiuterà ad uscire dalla crisi che ci ha investito da tempo. Sul dibattito in atto devo dire che lo scontro non si addice alle riforme e forse si poteva fare di più per ricercare un più largo consenso.

Spero che le nostre strade si possano rincontrare politicamente per continuare a fare il bene della nostra comunità, certo che lo vogliono loro come lo voglio io.

Giovanni"

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