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Il 20 luglio chiude la biblioteca provinciale: il PD nemico della cultura

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Oggi, tra colpevoli silenzi e il compiaciuto disinteresse del comune e della provincia di Pisa chiuderà la biblioteca provinciale senza che in quasi tre anni sia stata individuata alcuna soluzione per la salvaguardia del suo inestimabile patrimonio e delle competenze professionali e senza alcuna proposta seria e concreta per la sua riapertura. La biblioteca provinciale rappresenta uno dei pezzi più importanti e significativi di una storia che aveva qualificato l’istituzione Provincia di Pisa come una delle più attente e sensibili del panorama nazionale ai temi della valorizzazione e diffusione della cultura, detentrice tra i suoi cataloghi di una delle principali emeroteche e uno dei cuori pulsanti della vita culturale e formativa della nostra città: luogo di studio e di ricerca ma anche di incontro e di socialità. La chiusura di questo spazio culturale rappresenta per noi un insulto alla storia della nostra città e a tutti coloro che anche in un recente passato si sono prodigati affinché Pisa fosse un punto di riferimento e di innovazione nelle pratiche per la diffusione della cultura. Da oggi Pisa sarà più povera e segnerà un altro pesante attacco al suo tessuto di sapere e conoscenze che abbiamo vissuto in questi anni, dalla chiusura della Limonaia, alle vicende infauste della Domus Mazziniana e della Biblioteca Serantini. Ma per tutto questo ci sono responsabili ben precisi che hanno promulgato leggi e avuto atteggiamenti deferenti rispetto agli scempi sugli spazi culturali e di socialità: dal ministro Delrio con la deforma istituzionale delle province, al partito democratico a livello nazionale e locale fino al sindaco e presidente della provincia di Pisa Marco Filippeschi.
Distruggere e smantellare i luoghi della cultura ha una funzione ben precisa, avere cittadini meno consapevoli e critici.
Noi a tutti questo non ci stiamo. Domani porteremo ancora una volta in consiglio comunale il caso della biblioteca provinciale perché non è accettabile che il comune di Pisa non muova un dito mentre si pensa di "privatizzare " , concedendole alla cooperativa PAIM, le Officine Garibaldi di via Gioberti che, ricordiamo, erano state pensate e costruite con finanziamenti pubblici per ospitare, appunto, la biblioteca provinciale e che oggi, a distanza di due anni dalla loro realizzazione, giacciono in completo stato di abbandono.

Una città in comune, Rifondazione Comunista Pisa

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