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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

La democrazia dei beni comuni è il futuro. Chi governa oggi pisa è il passato

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Sabato scorso si è svolto a Napoli il Forum dei Comuni per i Beni Comuni, con la presenza di circa 2000 partecipanti tra cui esponenti di movimenti e associazioni, militanti della sinistra di alternativa, e centinaia di amministratori comunali, provinciali e regionali provenienti da tutta Italia. Di questo importante appuntamento il Consiglio comunale di Pisa non ha neanche potuto discutere, per la volontà contraria del gruppo del Partito Democratico e del sindaco di Pisa. Senza l'appoggio del principale partito di maggioranza, la mozione urgente con cui il consigliere di Rifondazione Comunista, col sostegno dei consiglieri di SEL, chiedeva di discutere l'adesione di Pisa al Forum non ha ottenuto le firme necessarie per entrare nell'ordine del giorno.

Che cosa, nell'iniziativa napoletana, ha fatto tanta paura al PD? Evidentemente, la critica al governo Monti, di cui il PD è il più fervente sostenitore. Ma anche la partecipazione diretta dei cittadini alle scelte di governo del territorio e dell'economia locale. E la conseguente messa in discussione di un modello superato e fallimentare di governo della cosa pubblica, ispirato a logiche puramente contabili e di mercato, quando non di tipo clientelare. Ancora una volta l'amministrazione di Pisa si è distista in negativo, mentre altri comuni dell'area come Ponsacco e Palaia, anche grazie all'iniziativa del nostro partito, hanno dato l'adesione al Forum di Napoli.

La sfida del Forum dei Comuni per i Beni Comuni è impegnativa. Si tratta di mostrare al paese che esistono strade alternative a quella del governo Monti e dell'Unione Europea per rispondere alla crisi. Una strada che si oppone ai tagli della spesa sociale, ai sacrifici imposti alle sole classi popolari, alle privatizzazioni-liberalizzazioni forzate dei servizi pubblici, alla rinuncia ai diritti e alla democrazia, ai favori verso il sistema delle banche e della finanza. Una strada che parte dal basso e che passa dalla cura dei beni comuni - acqua, territorio, ambiente, salute, saperi, socialità - per creare buona occupazione e per ricostruire una democrazia reale.

Il Forum di Napoli ha preso anche degli impegni concreti: far applicare il referendum sull'acqua, contro i tentativi del precedente e dell'attuale governo di obbligare i Comuni a privatizzare la gestione dei servizi locali; far saltare la morsa del patto di stabilità, figlio della politica neo-liberista europea tesa a ridurre le risorse in materia di welfare, di casa, di istruzione, di trasporti, di vivibilità; aprire nei quartieri e nei luoghi di lavoro "laboratori politici aperti" in cui i cittadini, a lungo espropriati della possibilità di incidere sulle scelte che li riguardano, possano vedere riconosciuti i propri bisogni e le proprie competenze, e possano pianificare insieme la loro città futura.

Cambiare rotta si può e si deve, anche e soprattutto a Pisa, che nel 2013 andrà finalmente al voto. Rifondazione Comunista crede nelle proprie idee per trasformare la città e nella forza incredibile di cui dispongono i cittadini quando si auto-organizzano e si alleano con le forze politiche e sociali che vogliono davvero il cambiamento. Proprio com'è successo a Napoli alle ultime elezioni comunali.

 

Federico Oliveri
segretario cittadino
Rifondazione Comunista Pisa

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