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La Giornata della solidarietà tra rimozione e propaganda: lettera aperta del Circolo Gramsci Prc-Pisa

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Ancora una volta l’Amministrazione Comunale di Pisa promuove una iniziativa che mescola piani diversi e confonde i valori della solidarietà con la legittimazione di operazioni militari: la “giornata della solidarietà” in memoria dei caduti di Nassiriya diventano un modo per rimuovere il vero motivo per cui i soldati italiani erano in Iraq, al seguito di una armata internazionale occupante guidata dagli USA, e nascondere la vera natura dell’operazione militare in cui erano impegnati i nostri soldati.

Per di più, l’iniziativa si rivolge al mondo delle scuole, dalle materne (tre anni) alle superiori (sedici anni), con una vera e propria operazione di propaganda e manipolazione delle coscienze, in cui la solidarietà passa principalmente dalle forze armate piuttosto che dalle associazioni pacifiste e antimilitariste che intervengono negli scenari di guerra: è un’operazione che si ripete ormai da dieci anni, ma che anziché provocare reazioni critiche è andata via via raccogliendo consensi e adesioni sempre più ampie, a dimostrazione che la manipolazione delle coscienze si è andata sempre più estendendo.

Il movimento contro la guerra si era schierato allora contro l’invasione e l’occupazione dell’Iraq, mentre oggi appare muto e impotente, mentre il Comune di Pisa continua a promuovere una manifestazione in nome dei principi costituzionali e della solidarietà, in spregio all’articolo 11 della Costituzione in cui si dichiara che “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

Inoltre,  il nostro territorio sta tornando ad essere al centro dei nuovi venti di guerra che si vanno facendo minacciosi, con le strutture militari e logistiche come Camp Darby e il porto di Livorno pienamente operative per il rifornimento di armi nei drammatici scenari di guerra in Nord Africa e in Medio Oriente. Oltretutto, Gentiloni ha dato pure l’assenso alle richieste del guerrafondaio Trump per l’aumento delle spese militari al 2%, mentre si tagliano pesantemente servizi pubblici e beni comuni (dalla salute, all’istruzione, alla previdenza).

Occorre che  il movimento contro la guerra riprenda voce, criticando le manipolazioni propagandistiche della giornata della solidarietà, lanciando una mobilitazione contro la militarizzazione delle coscienze e dei territori, per la chiusura delle basi militari.

Giovanni Bruno
Segretario Circolo “Gramsci” PRC - Federazione di Pisa

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