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Partito Democratico, Capuzzi e Sanzo: "Noi stiamo con Orlando"

La nostra posizione rispetto al PD e al congresso è chiara. Noi stiamo dentro e sosterremo la mozione Orlando. Abbiamo deciso dopo colloqui personali con il Ministro e il suo staff. Ci convince il progetto e, soprattutto, la voglia di intraprendere un percorso che abbia come finalità Unire e Valorizzare le diverse anime. Ci piace la chiarezza sulle strategie future, sui temi dell'agenda di questo paese ed ancora sulle future alleanze. Incontreremo Orlando durante le prossime settimane per chiarire meglio alcune delle cose che ci siamo detti e per proporgli quelle che per noi dovrebbero essere delle priorità.
 
Le motivazioni che ci avevamo spinto a sostenere Renzi, oggi le vediamo disattese e persino contraddette nell'azione politica regionale e locale. Lo spirito delle prime Leopolde, dove protagonisti erano i cittadini e le idee, la valorizzazione di  un sentire politico più movimentistico che rimaneva fuori dalle stanze di partito e dalla partecipazione a causa dell'imbrigliamento nelle regole e nei rituali, non lo ritroviamo più all'interno del Partito Democratico ,che doveva essere il luogo delle scelte, ma non il solo all'interno del quale far convergere la partecipazione.
 
Nelle ultime Leopolde i protagonisti sono gli "stessi poteri" verso cui avevamo manifestato insofferenza, perché rappresentavano l'immobilismo e il male del paese. La sfilata di ministri, di personaggi più o meno famosi ha messo in secondo piano le idee e i progetti. I tavoli che erano l'occasione del dialogo diretto tra le persone e chi decide, scomparsi.

A livello regionale e locale, la mancanza di dialogo con i territori, che spinge al metodo del "commissariamento " dei partiti locali che non si allineano, piuttosto che prediligere quello del confronto politico. L'accentramento delle decisioni e delle scelte invece della partecipazione diffusa. L'assenza di ogni minima autocritica e riflessione. In Toscana in questi ultimi anni abbiamo perso migliaia di posti di lavoro, stiamo vivendo quotidianamente un conflitto sociale tra poveri e più poveri, manca una visione complessiva di cosa sia prioritario per il nostro partito in questo momento.

Abbiamo perso in questi anni il governo di città importanti,come Livorno, Grosseto,Arezzo, Sesto. La Lega ha vinto per la prima volta in Toscana senza che le segreterie a livello regionale o provinciale abbiano sentito la necessità di fare un'analisi, di capire, venendo nei territori, ascoltando gli elettori sulle ragioni che li spingono a votare altrove: un'autoreferenzialità che per noi diventa ogni giorno sempre più insopportabile. Il risultato del referendum, interpretato come un non vittoria, ha reso la misura colma.
 
Noi crediamo che partecipazione, ascolto, priorità dei temi e capacità di scelta siano oggi fondamentali.
 
Scegliamo Orlando oggi perché i segnali di questi giorni ci confermano che il suo è un profilo unitario. Ci convince la sua proposta di ascolto del paese, l'idea di una conferenza programmatica avrebbe potuto rappresentare un tentativo concreto di evitare la scissione, perché l'idea continua di proposte calate dall'alto, anche quando sono buone, non funziona più. Sosteniamo Orlando perché la confusione che regna all'interno di un partito consegnato a livello territoriale nelle mani di persone incapaci di includere, rischia di portare questa regione ad annoverare sempre più sconfitte, e far emergere i personalismi invece del senso comune. Le scadenze elettorali in città come Carrara e Lucca che hanno messo in secondo piano la politica a vantaggio delle imposizioni dall'alto ci convincono che la nostra sia la scelta giusta, per far recuperare a questo partito una vita interna normale, scandita da temi e incontri più che da tatticismi e veti.
 
Dobbiamo recuperare quello spirito ribelle e provocatore del primo Renzi e possiamo farlo solo se ci liberiamo di alcuni schemi rituali e di gestione del potere che una parte dei "renziani" ha in questi anni portato avanti come metodo virtuoso e che ha spaccato il partito in tanti rivoli, alimentato le correnti e i personalismi a svantaggio del senso di comunità e di appartenenza che questo partito deve assolutamente recuperare

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