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Personale del liceo Dini e Cgil: "Sì alla moschea"

Si inseriscono nel dibattito pubblico la lettera firmata da 53 dipendenti della scuola e la posizione del sindacato

Lo scontro fra l'associazione culturale islamica ed il Comune di Pisa sta portando verso un vero e proprio contenzioso amministrativo per la realizzazione della moschea. La tematica è molto viva in città e si discute fra chi rivendica il consenso elettorale ottenuto dalla Lega, e quindi si aspetta una diversa previsione urbanistica per l'area di Porta a Lucca ad essa destinata, e chi invece è favorevole alla costruzione del luogo di culto, come previsto da anni.

Nel dibattito si inserisce la lettera aperta firmata da 53 tra docenti e personale ATA del Liceo scientifico Ulisse Dini di Pisa. Si sostiene "il diritto della comunità islamica a costruire la moschea", insieme al fatto che "le ragioni addotte dal comune non convincono". Nel merito si dice che "anche a voler ammettere la necessità di nuovi parcheggi proprio in quella zona, è ben strano che non sia stata individuata per l'esproprio un'altra area più vasta, di ben 22mila metri quadri, contro i 6500 del terreno di proprietà della comunità islamica. Quest'area è proprio di fronte, sull'altro lato di via del Brennero, in una zona che peraltro nel Piano regolatore è destinata al verde pubblico e al parcheggio. L'argomento della congestione del quartiere, dove già si svolge il mercato e dove si trova anche lo stadio, ci sembra altrettanto capzioso. Vogliamo ricordare che l'afflusso per il culto non si sovrapporrebbe all'afflusso dei giorni di mercato e a quello degli incontri calcistici, perché molto semplicemente avverrebbe in giorni diversi: la preghiera dei fedeli è il venerdì".  

"Una parte politica della nostra città - conclude la lettera - ha fomentato e ora vuole cavalcare un'avversione cieca verso una collettività religiosa che viene percepita come estranea e ostile. Lo slogan che più spesso sentiamo ripetere da questa parte politica è 'prima gli italiani'. Ebbene, tra coloro che chiedono di costruire la moschea molti sono italiani e italiane. Perché questi nostri connazionali, compatrioti si sarebbe detto una volta, non debbono avere un luogo in cui pregare come ce l'hanno gli altri, oltre ai Cattolici? I Valdesi, gli Ebrei, i Testimoni di Geova, i Mormoni: per ognuna di queste comunità di credenti c'è o c'è stato a Pisa un luogo di culto ufficiale e riconosciuto. La coesione sociale, il riconoscimento e il rispetto delle differenze tra le comunità presenti in città sono importanti proprio per salvaguardare la sicurezza sociale che la parte politica al governo della città spesso invoca".

Sulla stessa linea è la Camera del Lavoro di Pisa. In primis viene espressa la "ferma condanna per l'atto intimidatorio compiuto con l'invio di una lettera anonima di minacce recapitata al Circolo Pd di Pisa Nova ed al relativo Circolo Arci nella quale si minaccia anche il Consiglio Pastorale Diocesano e la Chiesa Valdese per essersi espressi a favore della realizzazione della Moschea a Porta a Lucca".

Poi si appoggia la costruzione della moschea: "In Pisa e provincia vivono e lavorano ormai da decine di anni, contribuendo attivamente alla crescita della nostra società, cittadini di fede islamica. Negare loro la possibilità di costruirsi un luogo di culto è in netto contrasto non solo al buon senso ma è anche contrario ai nostri principi fondanti sanciti dall'articolo 8 della nostra Costituzione. Siamo quindi vicini alla Comunità islamica di Pisa ed a quanti si battono, anche nella nostra provincia, per la realizzazione delle libertà civili e religiose contenute nella nostra Costituzione, siamo e saremo sempre in prima fila nel respingere questi vergognosi attacchi".

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