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Provincia di Pisa: le manovre estive costeranno 3,1 milioni di euro

Il presidente Pieroni: “Tradotto, maggiori costi per i cittadini, minori servizi e minori investimenti (strade, scuole ecc)”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Nell’insieme, le manovre estive predisposte dal governo costeranno nel 2012 alla Provincia di Pisa 3.1 milioni di euro in termini di minori trasferimenti (da Stato e Regione), più 5.2 milioni in termini di ulteriore contenimento della capacità di spesa per inasprimento dei vincoli del Patto di Stabilità. “In pratica, siamo alla paralisi”, traduce il presidente Andrea Pieroni. Anche perché il conto del prossimo anno si somma a quello dell’attuale, già pesante. Questo il dettaglio: trasferimenti statali - 2.2 mln nel 2011, - 1.5 nel 2012; trasferimenti regionali - 3 mln nel 2011, - 1.6 nel 2012; limitazioni della spesa da Patto di Stabilità pari 5.4 mln di euro nel 2011, più 5.2 nel 2012, totale 10.6 (e si tratta di denaro che è nelle casse della Provincia ma che non può essere versato: così, ad esempio, non saranno pagate le imprese impegnate nel lavoro sui cantieri).  “Ecco allora, cifre alla mano, nella ridda di dichiarazioni di questi giorni, voglio fare un chiarimento essenziale”, prosegue Pieroni. “Le proteste in atto da parte degli enti locali non sono una difesa corporativa: se alzano la voce, è per far sentire quella dei cittadini. Perché saranno loro, in definitiva, a essere colpiti dal peso dei provvedimenti in cantiere. Per diversi motivi”.

Primo, ogni riduzione di risorse a Comuni e Province significa un taglio alla possibilità di fornire servizi pubblici; e un inevitabile aumento di tariffe e tributi. Dunque la nostra reazione agli interventi prospettati dal governo nasce dalla preoccupata certezza che a pagarne il conto, come sempre, saranno i più deboli. Secondo punto, quanto previsto in tema di applicazione del Patto di Stabilità porterà nel 2012 le amministrazioni decentrate (se non vi saranno correttivi in itinere) a perdere in larga parte, se non quasi del tutto, la già ridotta capacità di effettuare investimenti: ovvero non costruire strade o scuole, non realizzare opere per la difesa del suolo, non garantire politiche per l’occupazione. E ciò provocherà un ulteriore rallentamento dell’economia, a livello non solo locale, ma nazionale: sono i dati a dirlo, sul totale degli appalti pubblici, il 60% passa attraverso enti locali. “Arrestare questo meccanismo”, dice ancora Pieroni, “equivale a portare l’Italia intera a fermarsi. Ecco perché auspichiamo, accanto alla nostra,  una presa di posizione forte anche da parte delle associazioni dei soggetti imprenditoriali, che subiranno i danni (enormi) di questo blocco delle risorse”.

Infine, c’è una riflessione di natura ideale: “Mi sia consentita – conclude il presidente della provincia di Pisa - pur di fronte all’enormità degli aspetti ‘materiali’ della questione. Mi riferisco al livello di democrazia espresso dal Paese. La nostra, recita l’articolo 1 della Costituzione, è una repubblica fondata sul lavoro; ma con le riforme del 2001, tra gli elementi fondanti, è stato incluso proprio quello delle autonomie locali: amputarne o smantellarne il complesso significa minare uno dei pilastri del nostro sistema istituzionale. Quello più vicino alla gente”.

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