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Rossi contro il Decreto Sicurezza, Nardini (PD): "I sindaci si uniscano alla battaglia"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

La Regione Toscana si appresta a fare ricorso alla Corte Costituzionale contro il Decreto Sicurezza. Sono orgogliosa di questa scelta annunciata dal Presidente Rossi. Ritengo che sia assolutamente necessario combattere contro il cinismo e la disumanità di questa norma, che aumenta le difficoltà nell'integrazione e i problemi nella gestione della sicurezza e dell'ordine pubblico. È per questo che vari Sindaci italiani hanno dichiarato la propria disobbedienza civile alla legge, richiamando al rispetto della dignità di ogni persona e nell'interesse delle città che rappresentano. 

Tutti i Sindaci della Toscana che credono nei principi e nei valori della nostra Costituzione si uniscano alla battaglia della Regione contro questo Decreto controproducente e contrario ai diritti umani, firmato dal Ministro delle ruspe che vuole creare nel Paese più divisione e più disordine sociale per poter continuare a vivere sulla stessa propaganda di odio grazie alla quale ha costruito la sua fortuna.

Ringazio chi, Amministratori e cittadini, già in queste ore, sta dimostrando apprezzamento e pieno sostegno all'azione della Regione. Sono contenta che a questa battaglia si siano uniti i Sindaci dell'Unione Valdera, e mi auguro che in provincia di Pisa solo Ceccardi e Conti si rendano protagonisti, invece, della vergognosa difesa salviniana.

La Toscana sta reagendo e presto avrà una legge, che spero venga approvata in Consiglio Regionale quanto prima, magari già nella prossima seduta, che tutela i diritti della persona umana, a prescindere dalla cittadinanza: diritti per tutti ad essere curati, ad avere una dimora, un’alimentazione adeguata e ad avere un’istruzione. Ministro Salvini, Sindaca Ceccardi e Sindaco Conti fatevene una ragione: noi, a differenza di voi, continueremo a non discriminare e a non lasciare indietro nessuno. Prima chi ha bisogno, da sempre conosciamo solo questo motto e ne siamo anche molto orgogliosi.

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