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Sea Watch: da Diritti in Comune, una diffida umanitaria al Governo

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Come coalizione Diritti in comune, oggi abbiamo inviato le nostre diffide al governo, chiedendo che le Autorità preposte adempiano senza ulteriori ritardi, peraltro già assai pesanti, agli obblighi imposti dalle leggi.

Dal 22 dicembre la Sea Watch e dal 29 dicembre la Sea Eye, due navi tedesche, hanno a bordo, rispettivamente, 32 e 17 migranti (di cui 3 bambini), salvati nelle acque, come impone il diritto del mare.

Da molti giorni navigano nel Mediterraneo, in condizioni metereologiche spaventose, in attesa di un ordine di sbarco in un porto sicuro, ordine che deve arrivare.

Anzi, il nostro Ministro dell'Interno, travalicando le proprie competenze, grida ai quattro venti che i nostri porti sono chiusi. Senza peraltro che vi sia un provvedimento formale, che competerebbe semmai al Ministro dei Trasporti, che pilatescamente tace.

Il suddetto Ministro dell'Inferno, nonostante il mezzo cedimento di ieri dell'altro vicepremier Di Maio che ha detto di far sbarcare donne e bambini (dichiarazione peraltro buonista, questa sì), sbandiera di tirare a diritto, facendosi anche scudo dell'“inerzia” dell'Europa a farsi carico dei migranti pro quota. In realtà, l'isolamento dell'Italia è prodotto dall'atteggiamento muscolare del Ministro dell'Interno, che non ha votato in Consiglio Europeo la modifica del Regolamento Dublino III, né ha sottoscritto il Global Compact.

Anche le Chiese Valdesi Italiane hanno offerto di farsi carico di questi disperati, mentre l'ASGI (Studi Giuridici sull'Immigrazione) ha rivolto un invito cogente all'Italia e agli altri Stati membri dell'Unione Europea, affinché i 49 migranti possano senza indugio sbarcare in un porto sicuro e ricevere l'assistenza umanitaria di cui hanno diritto. L'ASGI denuncia che ”il diritto di sbarco viene posto in discussione in ogni singolo episodio di salvataggi, senza considerare alcuna delle norme”:

  • la Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare, che impone l'obbligo di adottare tutte le misure necessarie affinché chi è soccorso possa sbarcare nel più breve tempo possibile in un luogo sicuro;

  • la Convenzione Europea per i Diritti dell'Uomo (divieto di trattamenti inumani e degradanti), il diritto alla vita, il principio di non refoulement ed il diritto di accedere alla procedura di asilo di cui alla Convenzione di Ginevra e all'art. 10 e 3 della nostra Costituzione.

Per questi motivi, su un'idea di Andrea Maestri, è stata lanciata l'iniziativa di rivolgere attraverso le Prefetture una diffida umanitaria ad adempiere a questi precisi obblighi imposti dall'ordinamento costituzionale ed internazionale, rivolto alle Autorità competenti, che per bieca propaganda si sottraggono ad essi.

Si recuperi legalità, solidarietà e si torni ai principi dello STATO DI DIRITTO.

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