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Fidejussioni, Ghezzani (Sel): "Come può il Comune non aver controllato gli atti?"

La consigliera comunale interviene sulla questione delle fidejussioni della Sviluppo Navicelli e del Gruppo Bulgarella, una vicenda portata allo scoperto dal gruppo consiliare Ucic-Prc

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta che la consigliera comunale di Sel Simonetta Ghezzani ha scritto sulla questione delle fidejussioni della Sviluppo Navicelli e del Gruppo Bulgarella:

"Ho chiesto al sindaco di sapere se nell'ultimo anno nessuno della Giunta sia mai stato informato del fatto che le fidejussioni della Sviluppo Navicelli non risultavano escutibili. L'ho fatto perchè ritengo gravissimo che una amministrazione comunale si trovi nelle condizioni di non controllare gli atti che grandi gruppi pisani presentano a garanzia delle loro opere.

Ormai è noto che il Comune di Pisa è creditore per milioni e milioni di euro sia della Sviluppo Navicelli che del Gruppo Bulgarella, il quale non solo ha presentato fidejussioni non escutibili, ma nell'arco di tempo che va dal 2008 al 2013 non ha versato nelle casse del Comune IMU e ICI per una somma che si aggira intorno ai 5 milioni di euro.

Tutto questo è inaccettabile. Mentre va a investire una somma ingente nel recupero dell'evasione fiscale, l'amministrazione comunale solo a seguito di un atto ispettivo del gruppo UCIC-RC rivela il debito di Bulgarella e scopre il coperchio sull'affaire fidejussioni.

La consapevolezza che la crisi iniziata nel 2008, e nella quale ancora ci troviamo, ha messo in ginocchio tante attività, a partire dall'edilizia, non rappresenta una giustificazione del fatto che la cittadinanza non sia stata informata di quanto stava perdendo. Sarebbe stata necessaria invece un'azione di denuncia, in piena trasparenza, per discutere collettivamente su come affrontare questo passaggio.

Magari attivando i terminali parlamentari per proporre un disegno di legge in grado di dare ai Comuni la forza di recuperare le risorse perse, e chiudere le ferite inferte al territorio da opere incompiute.

Il sospetto che non tutti i cittadini siano uguali, e che solo ai più deboli sia richiesto il rispetto stringente degli impegni fiscali nei confronti dell'ente purtroppo si sta insinuando nella popolazione e alimenta quel senso di impotenza, frustrazione e distanza dalle istituzioni che tutti a parole diciamo di voler contrastare.

Occorre un cambio di passo: non è più tollerabile che i privati possano scaricare sul pubblico le perdite in termini di mancati pagamenti e di danni ambientali e al paesaggio mantenendo intatti prestigio e posizioni. La comunità deve essere risarcita”.  

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