Richiesta di aiuto
Mi chiamo Paola G., abito in provincia di Pisa, e vi voglio raccontare la mia storia assurda e angosciante. Nel 2006, poiché volevamo cambiare casa, ci recammo a un'agenzia immobiliare i cui proprietari ci presentarono una "signora" che aveva, come si dice, una casa sottomano e che poteva essere adatta alle nostre esigenze. La casa aveva dei problemi, perché il vecchio proprietario doveva restituire dei soldi alle banche. La "signora" ci chiese di farle diversi assegni bancari per un importo totale di 240.000 euro, garantendoci che avrebbe provveduto lei a versare tale somma alle banche. In seguito ci chiese altri 9.000 euro per stipulare il rogito dal notaio che, però, non stipulammo mai. Il tempo passava, e noi eravamo già entrati felici nella nostra nuova casa, ignari di quello che ci sarebbe di lì a poco capitato: un bel giorno ci suonarono al campanello, era una coppia di signori, con un foglio di un tribunale in mano che sostenevano di aver comprato la casa regolarmente all'asta del Tribunale di Pisa. Ci cascò il mondo addosso!
Cominciò così il nostro calvario. Grazie all'accordo raggiunto con gli avvocati (quello nostro e quello dei signori diventati padroni dell'immobile in questione) e grazie alla vendita di un immobile che avevo ereditato anni prima da mia madre, potemmo ricomprare nuovamente la stessa casa e stipulare il rogito (stavolta regolarmente). Nel frattempo la "signora" dell'agenzia - anche se non ha senso chiamarla così, perché ha fatto tante cose ignobili - con delle scuse fece licenziare mio marito dal suo lavoro (era cantoniere in provincia), promettendogli, in cambio di 7.000 euro (che lei avrebbe dovuto versare come contributi), che sarebbe riuscita a farlo andare in pensione anticipatamente. Naturalmente la pensione non arrivò mai e oggi, io e mio marito, ci troviamo alla soglia dei sessant'anni entrambi disoccupati, senza alcun tipo di sussidio, e con una figlia a carico disabile. Comunque, arrivando al dunque, io e mio marito abbiamo sporto querela per truffa nel 2009. Finalmente il 22 marzo scorso, c'è stato il processo. La "signora" è stata condannata a due anni e mezzo di carcere con la sospensione della condizionale se nel frattempo avesse cominciato a restituire a noi 80.000 euro, che rappresentano solo una parte del risarcimento totale fissato dai giudici a 700.000 euro. Ma, a tutt'oggi, non è arrivato neppure un centesimo!
Per fortuna c'è una persona che ci ha preso a ben volere, e ci dà una mano a tirare avanti ed è grazie al suo aiuto se io, mio marito e mia figlia siamo ancora vivi. Ci siamo rivolti più volte alle istituzioni del territorio, comune, assistenti sociali, sindaco, ma nessuno si è degnato di darci una mano. Spero che questa storia, così drammatica, venga presa in considerazione da qualcuno che possa concretamente aiutarci a riavere i nostri soldi e affinché venga fatta una vera giustizia.