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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Coinvolgimento, passione e convinzione: l'assemblea per la ristrutturazione dello stadio traccia la strada

Diverse centinaia di partecipanti per la riunione organizzata dalla Curva Nord. Tutti i protagonisti intervenuti, seppur divergendo su alcuni punti programmatici, hanno concordato: l'Arena Garibaldi deve essere ristrutturata

Un patto politico. Un compromesso eccezionale e fuori dall'ordinario. Un gesto di responsabilità verso la città e una importante parte della sua storia recente. La presa d'atto di una necessità improrogabile. Un'opportunità unica per il Pisa, ma soprattutto per Pisa.. Da qualsiasi parte si guardi, la questione del progetto di ristrutturazione dell'Arena Garibaldi, messa al centro dell'assemblea straordinaria organizzata dai gruppi organizzati della Curva Nord nella serata di giovedì 1 febbraio, ha messo più o meno d'accordo la sfera politica pisana e la dirigenza dello Sporting Club. Lo stadio così com'è non può più sopravvivere: deve essere riqualificato.

Poche schermaglie politiche, molti impegni concreti

La serata della Leopolda, gremita quasi in ogni ordine di posto come nella drammatica riunione del dicembre 2016, quando la tifoseria scelse unanimemente di continuare ad oltranza l'opposizione e la resistenza alla dirigenza romana del Pisa, si apre con un documento distribuito dalla società nerazzurra. Nel plico stampato dal Pisa Sporting Club 1909 si legge il cronoprogramma del progetto di rivalorizzazione dell'Arena Garibaldi - Stadio Romeo Anconetani, corredato di date e della valutazione dello stato dell'arte aggiornato al mese di gennaio 2018.

Il presidente Giuseppe Corrado interviene per primo, spiegando ancora una volta come il progetto ideato e proposto dalla società all'amministrazione comunale non sia "una proposta di privatizzazione di un lotto pubblico, di proprietà del demanio, per farne arbitrariamente ciò che più ci aggrada. Il nostro progetto ha l'enorme ambizione, pur con dei mezzi irrisori rispetto alla mole di lavoro che servirebbe, di migliorare in primis un bene della città, e poi anche il quartiere che gli sta intorno". Il numero uno nerazzurro infatti puntualizza anche che l'investimento formalizzato dalla tarda primavera dello scorso anno rappresenta un'ulteriore, grande centro di costo e di spesa per la società, costretta già nel dicembre 2016 a sborsare più di 8 milioni di euro per rilevare un Pisa morente dalle mani della famiglia Petroni.

"Questo investimento per il Pisa, ma soprattutto per la sua città, rappresenta realmente un punto di svolta epocale. Sia nel futuro, perché ovviamente per costruirsi le proprie vittorie c'è bisogno di fondamenta solide sulle quali poggiare. Ma ancor di più lo è per il presente, perché l'Arena Garibaldi sarà costretta a chiudere i battenti nel giro di pochi mesi a causa delle prossime norme sulle manfestazioni sportive. Saremo costretti ad emigrare a Perugia per le sfide interne, se non viene dato il via definitivo al progetto di ristrutturazione".

A seguire interviene il sindaco Marco Filippeschi, che si sofferma su alcuni passaggi tecnici e burocratici obbligatori per la piena accettazione e delibera del progetto. "Con la società abbiamo sempre lavorato in sinergia sin dal primo incontro in cui si è analizzato il progetto. La stima è reciproca, e non potrebbe essere altrimenti - spiega il primo cittadino - e capisco anche che la dirigenza nerazzurra spinga affinché vengano superati il prima possibile i vari passaggi burocratici. Purtroppo però la legge ha dei tempi stabiliti, che non possono essere bypassati. Stiamo aspettando la valutazione del valore dell'immobile dall'Agenzia del Terrritorio regionale, che arriverà entro il 30 aprile".

Si scaldano gli animi a questo annuncio del sindaco, il timore di vedersi sfuggire davanti agli occhi un'occasione storica per la città e per la sua squadra di calcio è grande. Ma Filippeschi rassicura subito: "Questa è la scadenza ultima che ci è stata data, ma siamo confidenti che entro marzo si riesca ad avere la stima". Tale passaggio è propedeutico per un duplice sviluppo. Il Pisa Sporting Club potrà finalmente redigere il piano economico finanziario completo, allegandolo al progetto e presentando l'intera documentazione all'amministrazione. Una volta presentato, il piano sarà oggetto del voto del consiglio comunale, che stabilirà se dare il via libera o bloccare definitivamente il progetto.

"Personalmente, come ho già detto in altre occasioni, credo che questa opportunità equivalga ad avere in mano il biglietto vincente della lotteria a estrazioni già avvenute - commenta Corrado - si può decidere di stracciarlo, oppure si può andare alla cassa e ritirare il premio". Un'opinione, quella dell'irrinunciabilità del progetto e delle sue ripercussioni sul quartiere di Porta a Lucca e sull'economia di tutta la città, condivisa anche dai rappresentanti politici dell'opposizione intervenuti all'assemblea. Sia Latrofa (Pisa nel Cuore), che Auletta (Una città in comune) e Antoni (Movimento 5 Stelle), si dicono favorevoli alla riqualificazione dell'Arena Garibaldi e della zona limitrofa. "E' ormai un fatto appurato che lo stadio altrove non può essere costruito. Nessuno investirebbe in una cattedrale nel deserto", si fanno eco i tre consiglieri. "Però devono essere rispettati tutti i passaggi burocratici. Le leggi hanno delle tempistiche che noi come amministrazione non possiamo forzare - spiegano Auletta e Antoni - e un altro di questi passaggi è la presentazione e l'analisi del piano economico redatto dalla società. Per velocizzare quanto meno questo aspetto abbiamo bisogno che la società faccia la sua parte".

"Per facilitare la stesura del piano economico si potrebbe attuare una soluzione tampone molto immediata - interviene Latrofa - nell'attesa della stima dell'Agenzia del Territorio, si potrebbe effettuare una valutazione provvisoria sulla base di un valore minimo ed uno massimo dell'immobile. I professionisti del comune ne sono in grado: sulla base di questi due dati la commissione incaricata potrebbe intanto riunirsi, e dare una prima opinione sul progetto, agevolando così anche il lavoro successivo del consiglio comunale".

Via libera prima del voto

La serata si chiude con gli interventi di due professionisti coinvolti dalla società nel progetto: l'avvocato Toscano e Alessandro Pasquarelli, amministratore delegato di Ire (la società che si è occupata del concorso di idee per il progetto stadio). Entrambi si dicono ottimisti sull'approvazione del progetto da parte del Comune di Pisa, spiegando anche che l'eventuale allungamento dei tempi di 3-4 mesi rispetto alla tabella di marcia stilata in origine non sarebbe un problema. "La burocrazia non è per forza un ostacolo negativo - afferma Pasquarelli - se ci sono degli iter da percorrere è per garantire il corretto svolgimento di tutte le fasi. Spesso mi sono trovato ad affrontare progetti più grandi e complessi di quello in oggetto stasera. Perciò mi sento di dire che la ristrutturazione dell'Arena Garibaldi è un processo che è avviato in maniera irreversibile. Dovremo fare qualche curva in più per arrivare al traguardo, ma non ne siamo impensieriti".

La domanda che però rimbalza nella platea è principalmente una: si riuscirà ad arrivare ad un pronunciamento del consiglio comunale prima delle elezioni? Raccolgono l'interrogativo Filippeschi e l'assessore Serfogli, che con decisione sgombrano il campo da ogni dubbio: "Una volta in presenza del parere dell'Agenzia del Territorio e del piano economico finanziario, avremo tutti i dati per esprimere un parere fondato e ragionato. A quel punto starà anche all'interpretazione personale di ciascuno di noi valutare serenamente il progetto e la sua importanza per la città. Tutti dovranno uscire allo scoperto e prendersi delle responsabilità. Noi come giunta abbiamo fin da subito supportato la proposta del presidente Corrado, e non torneremo indietro se non ci saranno pareri negativi dagli enti preposti. La rivalorizzazione dello stadio e di Porta a Lucca è una necessità lampante".

Serfogli ha anche un ultimissimo commento in merito ad alcuni dubbi in merito alla sola compartecipazione nelle quote future del progetto da parte dell'amministrazione, senza che essa spenda alcunché. "E' finito il tempo dei comuni che si sobbarcavano tutte le spese per ammodernare o ristrutturare gli stadi di calcio. Adesso in tutto il mondo le strutture vengono privatizzate dagli imprenditori e dai fondi di investimento. Per garantire un futuro solido al Pisa, ma anche alla città che lo sostiene, l'unica strada percorribile è quella tracciata dalla dirigenza nerazzurra e condivisa da tutti questa sera".

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