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Ac Pisa 1909, Lucchesi: "Gattuso? Sono due giorni che non mi risponde"

Nonostante la promozione in Serie B, in casa nerazzurra le acque sono più agitate che mai, e i soci Lucchesi e Petroni faticano a trovare una via di uscita

La giornata di mercoledì 22 giugno sarebbe dovuta essere decisiva, in casa Pisa, per sciogliere diversi nodi societari, ma è solo servita a mescolare – confusionalmente – le carte. Attraverso un comunicato stampa, il dg Fabrizio Lucchesi aveva affermato la volontà di chiudere l’impegno in nerazzurro, ma nella serata, in diretta telefonica su 50 Canale, ci tiene a precisare alcuni concetti, a cominciare dal fatto che “il Pisa deve essere controllato da chi governa, sono due mesi che ormai non ci sono le condizioni per andare avanti. Non si può rinviare al 15 luglio la decisione di chi sarà a governare il Pisa: ma chi la fa la squadra? Chi allena i ragazzi? Chi governa il Pisa si deve decidere oggi, io avevo anche la possibilità di avere famiglie importanti per la gestione, altri percorsi non voglio farli. Adesso Petroni si prenderà le sue responsabilità, o le darà a chi vorrà, io ho fatto un passo indietro perché a due giorni dalle scadenze non si può fare queste scene, non lo accetto”.

Non dovrebbero comunque presentarsi problemi per l’iscrizione al torneo di Serie B: “Il Pisa al massimo può rischiare solo alcuni punti di penalizzazione, non l’iscrizione al campionato, almeno per quanto mi riguarda. Però purtroppo si è creata una non possibile coesistenza dovuta al modo troppo diverso di vedere il lavoro: se c’è Petroni nessuno dà una mano a me, e probabilmente vale il discorso inverso, nessuno aiuta Petroni se ci sono io. Ma io son sempre stato pronto, al Pisa non è mai mancato nulla, però non voglio più vivere la situazione della scorsa estate: e qua son tutti arrabbiati, Gattuso è da due giorni che non risponde al telefono”.

Conclude poi: “La riunione di stasera (ieri, 22 giugno 2016, ndr) serviva solo per rimandare la decisione su chi comanderà il Pisa, e qua, ripeto, non mancano i soldi, manca l’accordo. E il problema è che nessuno vuol dare all’altro la possibilità di governare: la Serie B non è però la Lega Pro, non si può arrivare al 15 luglio per decidere. Chiaramente è meglio ingoiare oggi un boccone amaro piuttosto che andare avanti rinviando un problema che c’è”.

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