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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Pisa S.C. 1909: cinque buone ragioni per stringersi attorno alla squadra

Nonostante le critiche su alcune scelte dei singoli, mister Pazienza ha dato una struttura definita all’organico. La volata finale è alle porte, ed i nerazzurri ci arrivano con numeri confortanti

La trasferta sarda sul neutro di Olbia contro l'Arzachena ha portato al Pisa il primo successo esterno del 2018. Il blitz lontano dall'Arena Garibaldi mancava da molto tempo: dal 3-0 in notturna rifilato al Pro Piacenza lo scorso 20 novembre erano passati infatti tre mesi.  La vittoria, sofferta e sudata probabilmente più del dovuto, ha comunque lasciato una coda pesante di critiche e accuse alla gestione del gruppo da parte di mister Pazienza. Ci si avvicina però al momento topico della stagione, e più che andare alla ricerca di cosa non va servirebbe sforzarsi di stringersi ancor di più alla squadra.

Giocatori recuperati

La sensazione è che si sia arrivati al punto di rottura degli equilibri del girone. Con sempre meno partite da disputare, tutte le compagini stanno serrando le fila per la volata finale. Chi per vincere il campionato, chi per centrare il miglior piazzamento in ottica playoff, chi per evitare di finire nella lotta per non retrocedere. Da qui in avanti non ci saranno sfide semplici per nessuna formazione. Ed arrivare a questo punto della stagione con una rosa numericamente ampia ed in salute è un ottimo viatico.

Mister Pazienza dal momento del suo arrivo si è concentrato su questo aspetto, mirando a lavorare sia fisicamente che mentalmente per riuscire a recuperare i molti giocatori di alto livello che compongono il suo organico. Sono lampanti i miglioramenti concreti di Negro in attacco e di Gucher in mezzo al campo. L'attaccante salentino è l'assoluto protagonista della prima parte del girone di ritorno, con 5 reti in 7 partite. Si sta imponendo sempre più come il vero regista avanzato della squadra, e sta prendendo le misure con continuità con la porta avversaria. Il centrocampista austriaco, da par suo, dopo un avvio di campionato affannoso ed opaco, sta alzando esponenzialmente il suo apporto tecnico-tattico e carismatico. I compagni quando sono in difficoltà si affidano con sempre maggiore sicurezza alla sua esperienza. 

E sotto questo aspetto non sono da dimenticare i miglioramenti evidenziati anche da Di Quinzio, capace di incidere tutte le volte che viene chiamato in causa, al pari di Giannone e Masucci. Nelle prossime settimane probabilmente l'obiettivo sarà quello di far rientrare a pieno regime anche Maltese e De Vitis in mezzo al campo, così come Sabotic e Lisuzzo in difesa. La profondità della rosa che può vantare il Pisa non è paragonabile a nessuna delle altre squadre in lizza per il primo posto.

Il rendimento del girone di ritorno

Il girone di ritorno è iniziato da sette partite, sufficienti al Pisa per rosicchiare alle concorrenti per la vittoria finale molti punti. I nerazzurri dalla partita con l'Olbia del 23 dicembre a oggi hanno ottenuto 15 punti: più di Viterbese (14), Siena (13) e Livorno (8). La squadra di Pazienza era scivolata, dopo la sconfitta con l’Arezzo del 10 dicembre, a tredici lunghezze dal primo posto. Addirittura il secondo posto sembrava in parte compromesso. Con costanza e caparbietà, e mostrando finalmente quel valore tecnico-tattico da molti riconosciuto il più alto del girone, i nerazzurri sono riusciti a ricucire lo strappo.

I numeri del Pisa di Pazienza

A rafforzare il già ottimo rendimento del Pisa nel girone di ritorno ci sono anche altri numeri, che danno una dimensione ancora più positiva al lavoro svolto dal tecnico pugliese. Dal 22 ottobre (data della sua prima partita sulla panchina nerazzurra) a oggi Michele Pazienza ha raccolto 31 punti. Tanti quanti il Livorno capolista, tre in più del Siena attualmente secondo. La media punti che si ottiene è da fari girare la testa: 1.94, che equivale a dire che in sostanza il Pisa sta tenendo un passo da promozione diretta. Il guaio – ed i danni provocati dal predecessore sono compresi nel conto – è la differenza abissale che si era palesata nelle settimane precedenti all'arrivo di Pazienza fra gli amaranto ed i nerazzurri.

Ma grazie ad un'impostazione tattica del tutto rinnovata rispetto alle convinzioni estive che avevano fatto da 'fil rouge' per la costruzione della rosa, Pazienza sembra aver trovato la chiave di (s)volta per la stagione del Pisa. Il 4-2-3-1 che ormai viene sviluppato e portato avanti con convinzione da dicembre è la migliore disposizione possibile per le caratteristiche dello spogliatoio attuale. La foltissima batteria di mezze punte e attaccanti esterni impone questa decisione, perché in questo modo c'è la possibilità di poter sfruttare a pieno l'enorme potenziale offensivo della rosa. E siccome il calcio in questi casi è una scienza esatta, se si tira la coperta da una parte, si corre il rischio di rimanere leggermente scoperti altrove. Ad evidenziare questo aspetto ci pensano i numeri dei gol fatti e subiti: con Pazienza in panchina siamo arrivati a 25 reti realizzate, a fronte di 14 subite. Il confronto con la gestione Gautieri è impietoso: 7 gol fatti e 3 subiti in 9 uscite di campionato. La strada imboccata è quella migliore: i campionati di vertice si costruiscono con una difesa di ferro, ma si vincono soprattutto con una fase offensiva di primissimo piano.

Il carattere, finalmente!

Praticamente per l'intero girone d'andata a Gucher e compagni era stata imputata la grave pecca del carattere. Il Pisa, bisogna essere onesti e ammetterlo senza alcun timore, spesso ha faticato ad imporre la propria supremazia tecnica e tattica anche a organici di molto inferiori. Squadre però che sopperivano a questo divario con il consueto ardore tipico dei campi di Serie C. Anche a causa di questo deficit sono nati la sconfitta ad Olbia, ed i pareggi interni con Gavorrano e Giana Erminio (soltanto per citare alcuni esempi).

Adesso la musica sembra essere mutata anche sotto questo aspetto. Nel giro di una settimana i nerazzurri hanno potuto dimostrare di avere la forza per reagire in situazioni complicate e dalle caratteristiche diverse. Con il Prato la squadra è andata sotto per due volte, ma in entrambi i casi è riuscita a rimettere in piedi il risultato. Ad Olbia dopo un primo tempo magistrale ha accusato un black out da paura che poteva costare il successo, ma dopo aver assorbito lo sbandamento ha ripreso a macinare palloni su palloni, trovando la meritata vittoria.

Il calendario favorevole

Ultimo, ma non per peso specifico, il dato del calendario. Delle prossime 11 partite in programma, 6 il Pisa ne giocherà all'Arena Garibaldi. La prima proprio domenica 25 febbraio contro la Lucchese. I nerazzurri avranno anche il vantaggio di incontrare fra le mura amiche le squadre più insidiose: in serie Alessandria, Piacenza e Carrarese. Lontano dall'Arena sulla carta gli impegni sono tutti alla piena portata di Negro e compagni, che sono attesi 'soltanto', si fa per dire, dal derby di Livorno del 14 aprile. Probabilmente sarà quella la partita decisiva per le sorti del campionato, ma i nerazzurri ci arriveranno con l'eredità dei molti scontri diretti che da qui ai prossimi due mesi animeranno le parti alte della classifica. Siena, Viterbese e amaranto infatti devono ancora sfidarsi a vicenda, mentre il Pisa ha già incontrato e superato indenne le partite con i bianconeri ed i laziali.

Insomma, in conclusione, di motivi per compattarsi attorno allo spogliatoio, lasciando da parte critiche e polemiche al momento inutili e dannose, ce ne sono molti. La stagione sembrava compromessa, ed invece la forza dell'organico ha rimesso tutto in gioco. Un ambiente finalmente positivo e coeso potrebbe fare la differenza, e dare al gruppo la spinta finale per l'impresa.

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