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The Zen Circus debuttano a Sanremo: "Portiamo al festival l'amore comunitario" | LA VIDEOINTERVISTA

Dai circuiti indipendenti al festival nazional popolare per eccellenza, i The Zen Circus approdano per la prima volta a Sanremo con 'L'amore è una dittatura'. E scombinano qualche liturgia. "Al festival di solito si canta l'amore romantico, noi porteremo invece l'amore comunitario", spiegano. La canzone "non tratta d'amore né di politica", bensì "è una dichiarazione di intenti di empatia verso gli altri". E colpirà per la mancanza di ritornello, una scelta tecnica rara per un palco come quello dell'Ariston. Sarà inoltre compresa in 'Vivi si muore, 1999- 2019', la nuova raccolta della band indie rock in uscita l'otto febbraio, che celebra vent'anni di storia Zen (con 17 tracce rimasterizzate e i due inediti 'L'amore è una dittatura' e 'La Festa').

"Le porte aperte, i porti chiusi, e i sorrisi agli sconosciuti / che ci guardano attoniti mentre ci baciamo, da uomo a uomo, mano nella mano", recita l'inizio del brano. "L'espressione 'porti chiusi' fotografa un momento storico, ma non esaurisce l'argomento della canzone, incentrata invece sulla 'comunione' - spiega il gruppo, che guarda ad un pubblico senza distinzioni di età, classe e ideologia politica - certo, nel momento in cui le canzoni escono sono di tutti, per cui ognuno ci vedrà cosa vuole, ma noi vogliamo tutelare il brano prima che questo accada". Com'è debuttare al Festival? "Ci approcciamo con una attitudine di festa, più che con spirito di competizione, anche grazie al cast di quest'anno: conosciamo diversi artisti. Baglioni ha incluso nella gara più musica indipendente rispetto alle edizioni passate, perché ha saputo guardare con lungimiranza il panorama musicale di oggi. Grazie a lui, il festival ha ripreso la sua dimensione originaria tornando ad osservare quanto avviene nei club, nelle piazze".
La serata dei duetti sarà al fianco di Brunori Sas "che meriterebbe la conduzione di Sanremo".

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