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Come annaffiare le piante quando si è in vacanza: la guida

Le soluzioni per mantenerle rigogliose ed in salute anche durante la nostra assenza

Il mese di agosto, per milioni di italiani, significa vacanze. Prima di partire per un viaggio, però, occorre pensare a come mantenere le piante in salute durante la nostra assenza. Vediamo i consigli utili.

Come sistemare le piante

Gran parte delle piante sono sensibili alla luce e, per questo motivo, devono essere posizionate in posti specifici della casa. Prima di partire, quindi, dobbiamo assicurarci di non lasciarle totalmente al buio, lasciando almeno una tapparella aperta per far filtrare la luce. Quelle esterne, invece, non devono essere lasciate esposte pienamente al sole, ma raggruppate in un angolo così da creare un microclima in cui le singole piante si fanno ombra a vicenda. 

L'umidità è importante soprattutto se si trovano all'interno dell'appartamento. Occorre quindi lasciare dei contenitori pieni d'acqua vicino alle piante: il liquido, in questo modo, evaporerà e creerà un ambiente umido, riducendo il bisogno di innaffiarle.

I metodi per annaffiare le piante

Se andiamo via di casa per diversi giorni è possibile annaffiare le piante con i seguenti metodi:

  • sifone comunicante: in questo caso dobbiamo prendere una bottiglia piena d'acqua e al suo interno dobbiamo mettere l'estremità di una striscia, mentre l'altra deve essere inserita nel terreno a circa 2-3 centimetri di profondità. Così facendo l'acqua passa dalla bottiglia al vaso mantenendo la terra sempre umida;
  • risalita per capillarità: al posto della bottiglia possiamo utilizzare una bacinella posizionata vicino al vaso. Al suo interno mettiamo l'estremo di una cordicella, mentre l'altro andrà nel vaso. Anche in questo caso l'acqua passerà dalla corda al terreno;
  • sistema a goccia: per questo tipo di irrigazione si utilizza una bottiglia di plastica piena d'acqua a cui vengono forati il fondo e il tappo. Inserendo il collo all'interno della terra l'acqua esce poco alla volta e mantiene la pianta irrigata;
  • acqua complessata: tale sistema prevede l'utilizzo dell'acqua in gel racchiusa all'interno di un flacone in cellulosa. Questo va inserito all'interno della terra: i microorganismi presenti in essa corrodono il rivestimento poco alla volta in modo da permettere all'acqua di innaffiare la pianta. L'autonomia, di solito, è di circa 15-20 giorni:
  • vasi auto innaffianti: sono formati da intercapedini al cui interno ci sono l'acqua e delle cordicelle con un'estremità inserita nel terreno che permette di mantenere la terra umida;
  • stuoia filtrante: se vogliamo innaffiare più piante contemporaneamente, basta posizionarle su questa stuoia e inserire un'estremità in una bacinella con dell'acqua- Così facendo il liquido attraverso il sistema di risalita innaffiando le piante.

Irrigazione automatica per annaffiare più piante

Nel caso in cui si abbiano molte piante dobbiamo ricorrere all'irrigazione automatica. Per funzionare questo sistema ha bisogno di essere collegato ad un rubinetto dell'acqua a cui va agganciata la centralina, solitamente alimentata a batterie o a corrente e resistente alle intemperie e all'umidità.

Tra gli impianti di irrigazione troviamo le seguenti tipologie:

  • irrigazione a goccia: è il più diffuso in quanto su ogni pianta viene posizionato un contagocce da cui esce l'acqua in base alla frequenza che abbiamo stabilito. È inoltre dotato di timer per programmare l'innaffiatura anche quando siamo fuori casa ed è adatto per i vasi che contengono una sola pianta;
  • irrigazione capillare: è formato da un serbatoio esterno a cui sono collegati dei tubi che consentono alle piante di assorbire la quantità di acqua di cui hanno bisogno senza sprechi.
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