Via libera all'abbattimento degli ungulati, "Misura necessaria per tutelare gli agricoltori"
Il provvedimento della Regione trova il plauso di Coldiretti Toscana: potranno intervenire direttamente solo gli agricoltori dotati di regolare porto d'armi
Intervento entro 24 ore della Polizia provinciale per gli abbattimenti; intervento diretto e immediato dei proprietari e conduttori dei fondi, ma solo se dotati di porto d'armi sotto il coordinamento della Polizia Provinciale; catture tramite trappole o recinti gestiti direttamente da agricoltori e ATC, gli Ambiti territoriali di caccia. Sono alcune delle novità approvate dalla Giunta regionale che riguardano gli interventi di controllo ai sensi dell'articolo 37 (Lr.3 del 12 gennaio 1994) per proteggere l'agricoltura dai danni da ungulati, introdotte, su proposta dall'assessore all'Agroalimentare Stefania Saccardi, con la modifica della delibera 310 del 2016.
"Gli agricoltori toscani - afferma Saccardi - stanno pagando un prezzo altissimo per la crisi causata dalla pandemia e in questa situazione l'impatto di branchi sempre più numerosi di cinghiali sulle colture ha assunto dimensioni insostenibili. E' doveroso dare una risposta concreta ed equilibrata al mondo del lavoro agricolo, che con coraggio e passione portano avanti le proprie attività: non è possibile vedere distrutto il frutto del lavoro, siano vigneti, campi seminati a cereali o frutteti. Adesso - prosegue - insieme alle indispensabili azioni di prevenzione, proprietari e conduttori di fondi agricoli hanno a disposizione nuovi e
più efficaci strumenti nell'ambito delle attività di controllo per proteggere le proprie colture dagli attacchi degli ungulati".
Attraverso un sistema semplice, e con il coordinamento immediato della Polizia provinciale, gli agricoltori dotati di porto d'armi, in forma singola, potranno dunque direttamente intervenire, all'interno della propria azienda, per abbattere gli ungulati che minacciano le colture. Così come potranno direttamente sistemare gabbie o recinti per effettuare catture. Altra importante novità, che riguarda la maggior parte degli agricoltori, è la riduzione da 36 a 24 ore del tempo massimo di intervento in controllo per le Polizie provinciali, così da rendere più efficace questa attività e dare maggiore protezione all'agricoltura. Con questa modifica della, la Regione Toscana si adegua al dettato normativo della legge 157 del 1992 che prevede la possibilità di avvalersi dei proprietari o conduttori dei fondi, in possesso di porto d'armi, nelle attività di controllo.
La norma resterà valida per due anni alla fine dei quali sarà fatto il punto per valutare l'andamento e in base ai risultati, confermare o ricalibrare il contenuto. Nel corso del 2020, sempre a causa del covid-19, l'attività venatoria ordinaria ha visto una battuta d'arresto. Dai primi dati in possesso della Regione, il numero di ungulati è in aumento e il rischio di seri danni all'agricoltura è ogni giorno più alto. Nel 2020 sono stati abbattuti, in Toscana, circa 14mila cinghiali in meno rispetto al 2019 e oltre 20mila in meno rispetto al 2018. L'attività di controllo nel 2020 ha riguardato meno del 13% dei capi abbattuti.
"La delibera approvata oggi dalla Giunta Regionale è la chiave di volta attesa dal mondo agricolo toscano che aspetta da decenni un segno tangibile dalle istituzioni rispetto al controllo degli ungulati" esulta Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana. "Una volta applicata questa norma la Toscana si porrebbe all’avanguardia nel quadro normativo - aggiunge Coldiretti Toscana - rispetto al controllo degli ungulati".
"Diamo atto al presidente Giani di aver dato corso agli impegni assunti in campagna elettorale dopo l’approvazione da parte del Consiglio Regionale della mozione a firma Marras proprio sull’azione diretta dei proprietari per il contenimento degli ungulati" continua Filippi. "Ogni 100 ettari di territorio si registra la presenza di almeno 20 cinghiali, mentre il Piano faunistico regionale - incalza il presidente Filippi - ne prevede da 0,5 ad un massimo di 5 capi, si conta un ungulato per ogni pecora negli allevamenti, 4 per ogni maiale e 6 per ciascun bovino. Serve solo un’azione decisa da parte di tutti gli organi preposti al controllo perché la norma di traduca in successo". L’eccessiva presenza di fauna selvatica rappresenta un rischio per l’agroalimentare toscano visto che proprio nei piccoli comuni sotto i 5mila abitanti si concentra il 92% delle produzioni tipiche secondo lo studio Coldiretti/Symbola, dove in Toscana si contano 32 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) riconosciuti dall’Unione Europea tra formaggi, oli extravergine di oliva, salumi e prodotti a base di carne, vini, panetteria e pasticceria.
"Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare anche i territori più isolati - conclude il direttore Angelo Corsetti - e a garantire la bellezza del paesaggio e il futuro del Made in Italy agroalimentare. La proliferazione senza freni dei cinghiali sta mettendo anche a rischio l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali. Studi ed esperienze relative all’elevata densità dei cinghiali in aree di elevato pregio naturalistico hanno mostrato notevoli criticità in particolare per quanto riguarda il rapporto tra crescita della popolazione dei selvatici e vegetazione forestale".