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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Detenuto sequestra un medico e lo minaccia con una lametta, il Sappe: "Situazione allarmante"

L'episodio denunciato dal sindacato è accaduto lunedì. L'uomo ha poi desistito facendo cadere l'arma. Per il Sappe manca personale, sicurezza e assistenza

Sono stati 15 minuti drammatici quelli vissuti al carcere Don Bosco di Pisa lunedì scorso. Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria racconta di un episodio in cui un detenuto problematico ha perso la testa ed ha sequestrato un medico che cercava di calmarlo, puntandogli poi alla gola una lametta. L'uomo, un italiano di 49 anni con pena da scontare fino al 2026, una volta in presenza dei rinforzi di Polizia giunti sul posto ha compreso la gravità di quanto stava accadendo ed ha fatto cadere l'arma.

Nel dettaglio il detenuto è stato condannato per una serie di reati fra cui spaccio, furto, rapina e ricettazione, oltre a varie turbolenze in carcere che ne hanno comportato il trasferimento in varie sedi per motivi disciplinari. Un soggetto quindi particolare, con alcuni precedenti di escandescenze anche recenti. A ricostruire gli accadimenti è il segretario regionale Sappe della Toscana Pasquale Salemme.

"Qualche giorno prima di questo grave episodio - spiega - l'uomo aveva rotto nel Centro clinico del carcere una macchina che favorisce la respirazione ai malati, che lui stesso usava. Lunedì, poi, non avendo risposto nessuno alla telefonata da lui fatta ai familiari, che per altro aveva sentito il sabato prima e che contatta regolarmente, pretendeva di chiamare una utenza cellulare, cosa questa che non può essere fatta senza l'autorizzazione del magistrato, come correttamente hanno fatto notare i poliziotti di servizio che pure avevano notato il suo atteggiamento aggressivo e irascibile".

A questo punto si cerca di calmarlo: "E' intervenuto - prosegue Salemme - un medico che lui conosce, ma questi con uno scatto repentino, impugnando una lametta e puntandola al collo del dottore, lo ha sequestrato per quindici lunghi minuti, urlando che avrebbe fatto vedere lui come si fa a far arrivare subito un giudice in carcere. L'accorrere del personale di Polizia Penitenziaria deve però averlo indotto a rendersi conto della gravità di quel che stava facendo ed infatti ha poi buttato la lametta e lasciar andare il medico".

"E' un fatto gravissimo - commenta il segretario generale Sappe Donato Capece - che poteva avere pericolosissime ripercussioni sia per l'incolumità del medico che sul mantenimento dell'ordine e della sicurezza all'interno del carcere di Pisa. La professionalità e l'abnegazione del personale di Polizia Penitenziaria del Reparto, cui va il mio apprezzamento, hanno gestito al meglio un evento critico che avrebbe potuto avere drammatiche conseguenze".

Una situazione critica quella del Don Bosco che si ripete negli istituti detentivi italiani. Ancora Capece: "Si conferma la tensione che continua a caratterizzare le carceri italiane, al di là di ogni buona intenzione. Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per potenziare i livelli di sicurezza delle carceri. Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunché. La situazione nelle carceri resta dunque allarmante. Dal punto di vista sanitario, poi, è semplicemente terrificante: secondo recenti studi di settore è stato accertato che almeno una patologia è presente nel 60-80% dei detenuti. Questo significa che almeno due detenuti su tre sono malati. Tra le malattie più frequenti ci sono proprio quelle infettive, che interessano il 48% dei presenti. A seguire i disturbi psichiatrici (32%), le malattie osteoarticolari (17%), quelle cardiovascolari (16%), problemi metabolici (11%) e dermatologici (10%)".

"Altro che dichiarazioni tranquillizzanti - conclude il segretario generale - altro che situazione tornata alla normalità. La Polizia Penitenziaria, i suoi uomini e le sue donne costantemente in prima linea nelle sezioni detentive delle carceri lo sanno bene: i numeri dei detenuti in Italia sarà pure calato, ma le aggressioni, le colluttazioni, i ferimenti, i tentati suicidi e purtroppo anche le morti si verificano costantemente".

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