'American Beach', Legambiente: "Ci sono opinioni diverse, sia invece solo libera"
Lanciata l'idea della spiaggia libera per gli spazi lasciati da Camp Darby prosegue il dibattito sullo sfruttamento dell'area, fra necessità di ammortizzare i costi e la volontà della fruibilità sociale. L'associazione spinge per il modello senza impianti
Dopo che Camp darby ha rinunciato alla concessione sulla spiaggia di Tirrenia si è accesso il dibattito sull'utilizzo della zona, con sempre più presente la possibilità che l'area diventi liberamente usufruibile. Nei prossimi giorni l'Amministrazione comunale procederà con una assegnazione provvisoria per la stagione 2015, in attesa di un bando più organico per gli anni successivi. Legambiente Pisa rileva che, seppure il Consiglio Comunale si sia espresso verso la soluzione della spiaggia libera, sono state fatte "ipotesi diverse non tutte coerenti con il termine 'libera'. Si pensa ad esempio a impianti sportivi o a una destinazione a stabilimento balneare di tutta o parte della spiaggia".
Soluzioni che per l'associazione sarebbero da evitare, preferendo che i cittadini abbiano la possibilità di accesso e sosta libera, con il proprio asciugamano o ombrellone, senza la presenza di strutture fisse o stabilimenti. "È una cosa giusta, utile e possibile. Le spiagge libere sono scomparse, è ora possibile recuperarne un breve tratto a un uso sociale".
Il problema sono i costi. "Sappiamo che l’utilizzo della spiaggia è gravato da oneri fiscali e di gestione. Sappiamo anche che il Comune subisce la crisi economica di tutto il Paese. Ma è possibile una concessione delle strutture già esistenti a un soggetto che ripaghi i costi ricavando un legittimo guadagno da servizi quali un bar-ristoro, l’affitto giornaliero di ombrelloni e sdraio (non fissi sull’arenile), spogliatoio e docce, eventualmente il parcheggio. Non è un modello irrealistico: si trova in intere zone d’altre parti d’Italia ed è la regola in interi altri paesi europei, dove dimostra la sua sostenibilità economica. Ci vuole la volontà politica".
"Abbiamo anche un’altra buona occasione – conclude Legambiente, lanciando un'altra idea – l’area dunale retrostante è interna al Parco Regionale e fa parte di un’oasi Wwf dove già si svolgono attività di ricerca e di turismo naturalistico. Ci auguriamo che il Comune, qualunque sia il futuro della spiaggia, colga l’occasione per favorire il ripristino e la conservazione della qualità dell’ambiente. Il cittadino pisano e il turista sapranno apprezzarla con beneficio del territorio, ambientale come economico".