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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Ampliamento Camp Darby: "Guerra contro l'ambiente"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

La base dell’esercito statunitense Camp Darby ha chiesto e le istituzioni italiane, Regione Toscana compresa, hanno accettato la costruzione di un nuovo tratto ferroviario che la alla rete ferroviaria esistente per facilitare e velocizzare il trasporto di armi verso l’importante deposito dell’esercito e dell’aviazione americana: 125 bunker che contengono l’intero equipaggiamento di due battaglioni corazzati, due di fanteria meccanizzata, oltre a enormi quantità di bombe, missili per aerei ed altro materiale bellico. La spesa prevista è di 45 milioni di euro. Per fare spazio al nuovo tratto ferroviario e alle pesanti strutture connesse dovranno essere abbattuti migliaia di alberi.

L’accordo tra Ministero della Difesa e amministrazione statunitense risale a oltre un anno, ma solo recentemente è stato reso noto, con il silenzio delle istituzioni locali, Comune di Pisa compreso.  Una segretezza che preoccupa, ma purtroppo non stupisce, essendo la vasta area di Camp Darby sottratta alla sovranità nazionale da accordi stipulati nel secondo dopoguerra e rinnovati in tempi recenti senza alcuna forma di consultazione democratica.

Questa mancanza di trasparenza non  è l’unico motivo di contrarietà per Legambiente Pisa. La distruzione di parte della foresta litoranea con una estesa impermeabilizzazione del suolo è già un fatto grave, ma ancor più allarmante è che l’area oggetto dell’intervento non solo si trova all’interno del Parco Regionale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli (di cui si è ignorato il parere contrario), ma è all’interno dell’area protetta di livello europeo SIC/ZPS “Selva Pisana”. La Valutazione di Incidenza, obbligatoria perché l’area interessata è tutelata dalle direttive comunitarie “Habitat” e “Uccelli”, pur essendo risultata negativa non potrà impedire la realizzazione dell’opera perché il ministero ha dichiarato l’opera “destinata alla difesa nazionale”: curioso modo di difendere la nazione consentendo la distruzione di parte dei suoi tesori naturali.

E questo grave sacrificio rafforza un sistema militare che alimenta più che risolvere i già troppi conflitti che insanguinano i paesi affacciati sul Mediterraneo e non solo.  Legambiente non può che essere contraria al progetto, coerentemente con il suo statuto dove si legge che  “ si oppone in modo integrale alla guerra … è un’associazione pacifista e nonviolenta che si batte per la pace e la cooperazione tra tutti i popoli … per il disarmo totale nucleare e convenzionale.”

Legambiente Pisa è convinta che l’unica strada utile per risolvere i conflitti passi attraverso il dialogo e il rispetto delle norme internazionali, mentre l’uso della forza non farà altro che aggravare le situazioni, anche alimentando il clima di intolleranza verso coloro che, proprio per scappare dalle guerre cercano di raggiungere luoghi sicuri in Europa, spesso attraversando il nostro paese.

In questa occasione di rilevanza regionale e nazionale, la voce di chi vuole escludere la forza delle armi dalle relazioni internazionali si deve levare per fermare un progetto che ferisce qualità e bellezza del nostro territorio.

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