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Cronaca

'International Pizza Challenge': un 'pisano' arriva terzo al torneo mondiale

E' Antonio Campanella della pizzeria 'L'Arciere' in via dei Facchini

Pizza è praticamente un sinonimo di Italia in giro per il mondo e nell'ambiente abbiamo tante eccellenze. Fra gli artigiani più bravi Pisa può vantare un suo concittadino: è Antonio Campanella della pizzeria 'L'Arciere', in via dei Facchini, che si è piazzato terzo alla 'International Pizza Challenge'.

Si tratta della più grande gara per pizzaioli degli Stati Uniti, svoltasi nell'ambito della 'International Pizza Expo' di Las Vegas, dal 19 al 22 marzo. Il 27enne originario di Rionero in Vulture, provincia di Potenza, si è trasferito a Pisa per aprire nel febbraio 2015 il suo locale, dopo averne gestito uno 'in patria'. "Sono figlio d'arte - racconta - mio padre è dal '75 che fa questo lavoro, sono cresciuto in pizzeria".

La competizione è stata dura, con tantissima concorrenza. "Sono partito in un team di 15 pizzaioli - spiega Antonio - scelti e sostenuti dagli sponsor. Di italiani eravamo in due, io ed un altro collega di Caserta, il resto proveniva da tutto il mondo. I partecipanti erano 500. Da considerare che di italiani od italo-americani ce n'erano tanti, e ovviamente erano i più bravi". Il torneo vedeva varie categorie di pizza: tradizionale, non tradizionale, in teglia, napoletana, senza glutine; e fra queste le sottodivisioni per regione, 5 legate alle aree USA ed una internazionale 'totale'. Antonio ha partecipato in quest'ultima per la categoria tradizionale.

pizza concorso antonio campanella-2"La regola era partire da una base margherita e scegliere due ingredienti. Ho scelto salsiccia stagionata e funghi porcini trifolati". La bontà della pizza di Antonio gli è valso il terzo posto: "E' stata una soddisfazione, sono 4-5 anni che faccio gare. Ho partecipato anche alla creazione della pizza più lunga del mondo a Napoli".

La scelta di aprire un locale a Pisa è stata quasi casuale: "Tramite amici ho visto il locale, mi è piaciuto e così ho dato in gestione la pizzeria di giù ed ho aperto qua. E' stata una sfida, era una realtà che non conoscevo, poi abbiamo tagliato bei traguardi". Un po' di nostalgia si sente, ma adesso va meglio: "Sento Pisa più casa mia adesso, mi ha accolto bene e sono contento. I tanti studenti del sud mi hanno aiutato, in tanti vengono a mangiare da me perché sentono che la mia pizza è più vicina a quella napoletana che conoscono. Ma anche chi abita qua, dopo un po' di diffidenza, ora apprezza".

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