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Cronaca

Negozi aperti nei giorni festivi, una sola raccomandazione: "Non fate acquisti"

Rifondazione Comunista e la lista civica 'Una città in comune' invitano i cittadini a non comprare nei giorni di festa, domeniche comprese, per solidarietà con i lavoratori costretti a sacrificare il proprio tempo libero

Alla vigilia del 25 aprile e ad una settimana dal 1° maggio, festa dei lavoratori, la liberalizzazione delle aperture festive dei negozi torna ad essere nell'occhio del ciclone. Dopo lo sciopero proclamato da Cgil-Cisl-Uil, anche la lista civica 'Una città in comune' e Rifondazione Comunista criticano le saracinesche aperte nei giorni di festa e invitano i cittadini a boicottare i negozi.

"E' passato poco più di un anno da quando il Governo Monti, sostenuto da PDL, PD e centristi, scaricando la responsabilità sui dettami europei per la libera concorrenza, introdusse la norma ('24/365') che liberalizza gli orari e le aperture festive dei negozi - affermano i due movimenti - oggi possiamo fare un primo bilancio di questa 'geniale innovazione' fatta in barba alle esigenze dei dipendenti della grande distribuzione, dei piccoli commercianti e dei clienti, e il risultato è sotto gli occhi di tutti: aumento delle chiusure dei piccoli negozi di vicinato e perdita di diritti e salario per i lavoratori e lavoratrici del settore. Ovviamente la crisi non conosce giorni di festa o lavorativi, e pertanto chi gli euro non li ha non può spenderli mai. E così le aziende chiudono, i disoccupati aumentano, il potere di acquisto diminuisce, e non è certo liberalizzando le aperture dei negozi per il 25 aprile, 1 maggio, e domeniche, che si possono rilanciare i consumi. Il sistema avrebbe bisogno di ben altro".

"L'Italia - proseguono - è comunque il paese europeo con le ore più lavorate in questo settore, ed è un paese con un tasso di precarietà elevatissimo, pertanto le occasioni per spendere i soldi, quei pochi che ci sono rimasti, erano più che sufficienti senza andare a ledere ancor di più i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, e a costringere i negozianti di vicinato a passare le poche ore libere nei propri negozi per cercare di mitigare la sproporzionata concorrenza della grande distribuzione. Per questi motivi - concludono - Rifondazione Comunista e 'Una città in comune' esprimono piena solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori del commercio, e invitano tutta la cittadinanza a non fare acquisti né la domenica né nelle giornate del 25 aprile e 1 maggio, feste di enorme valore sociale per il nostro paese".

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