Armi per l'Ucraina dall'aeroporto di Pisa, il Covi: "Sostegno militare stabilito dal Parlamento"
Il Comando operativo di vertice interforze fa chiarezza sulla questione sollevata da Usb. Dal sindacato raffica di dubbi e interrogativi
E' intervenuto il Covi - Comando operativo di vertice interforze per fare chiarezza sulla denuncia diffusa ieri dall'Unione Sindacale di Base sulla presenza di armi caricate su un volo di aiuti umanitari in partenza dall'aeroporto civile di Pisa e diretto in Ucraina.
Il Covi, come riportato dalla stampa nazionale, precisa che il presunto rifiuto del personale dell’aeroporto non avrebbe causato alcuna protesta e i lavoratori addetti al carico merci del Galilei si sarebbero limitati a “segnalare il mancato possesso dei requisiti necessari all’effettuazione del caricamento di materiali speciali, manifestando la necessità di specifiche autorizzazioni”. I materiali sarebbero poi stati regolarmente caricati, da altro personale, sul velivolo.
Quanto al carico in questione, il Covi ha precisato che si trattava di parte del sostegno militare per l’Ucraina deliberato dal Parlamento italiano, che era in attesa di essere caricato su un volo civile: il velivolo, un B-737 cargo appartenente a una compagnia aerea autorizzata dalla Nato, è abilitato al trasporto di quella tipologia di merci. “L’attività - ha concluso il Comando operativo di vertice interforze - è stata condotta presso una piazzola di parcheggio civile dell’aeroporto militare Galilei, anziché, come avviene usualmente, all’interno dei parcheggi aeroportuali militari, per l’eccezionale e contemporanea attività di trasporto richiesta dalla situazione in atto”.
Usb con tante perplessità
Sull'intervento del Covi, replica l'Unione Sindacale di Base che pone una serie di interrogativi: "È così che il governo Draghi e le amministrazioni pubbliche locali intendono difendere la pace e mantenere aperti i canali della diplomazia? Ci risulta che i voli dall’aeroporto G. Galilei siano molti di più di quelli dichiarati dal Covi e da Carrai. Che ci dicono Covi e Toscana Aeroporti dell’Antonov ucraino UR – 82029 atterrato lo scorso sabato 12.3 al Galilei e ripartito all’alba del 13.3? Che dicono le pubbliche amministrazioni che siedono nel consiglio di amministrazione di Toscana Aeroporti (Regione Toscana, Comune di Pisa in primis) di questo traffico di armi su aerei civili che dovrebbero essere usati per il trasporto di aiuti umanitari?
Com’è possibile che una struttura del Ministero della Difesa chieda a dei lavoratori ignari del carico da maneggiare e senza alcuna competenza in tema di spostamento di armi ed esplosivi, di effettuare tale operazione? Quali sono i rischi che stanno correndo il personale dell’aeroporto civile G. Galilei, i viaggiatori e gli abitanti di Pisa a causa di questo traffico clandestino di armi e di esplosivi? È così che si intende rilanciare l’attività e l’immagine di un aeroporto fiaccato dagli ultimi anni di pandemia?"
"Domande alle quali se ne aggiungeranno altre nei prossimi giorni, nei quali come organizzazione sindacale valuteremo tutte le forme per garantire la sicurezza e i diritti dei lavoratori, dei viaggiatori e della popolazione circostante il sito aeroportuale - proseguono da Usb Pisa - rimane lo sconcerto e la rabbia di fronte ad una decisione ponderata e coperta dai vertici militari del Ministero della Difesa e da Toscana Aeroporti, smascherata solo dalla coscienza civile di lavoratori che si sono rifiutati di caricare le armi sul cargo".