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Cronaca

Operazione 'Re Giorgio' dei Carabinieri: smantellata banda di ladri

Il gruppo criminale era composto da due filoni. In 6 sono stati destinatari di misure, più almeno altri 10 indagati, fra cui anche minorenni

Una difficile indagine dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Pisa ha avuto termine questa mattina con l'esecuzione di 6 su 7 provvedimenti cautelari emessi dall'autorità giudiziaria contro una banda di ladri, autori di numerosi furti in abitazione. Gli arresti sono avvenuti a Pisa, Pontedera e San Giuliano Terme. Risultano iscritte nel registro degli indagati alre persone, fra cui minorenni.

Tutto è partito dal furto di una pesantissima e vecchia cassaforte di 700 kg avvenuto l'estate scorsa in via di Gello, nei pressi del Centro addestramento paracadutisti della Folgore. Da lì sono iniziati pedinamenti ed indagini tecniche fino al risultato odierno. Gli inquirenti sono rimasti sorpresi dalla costante ricerca di obiettivi da colpire, al pari della facilità e la perizia con la quale i malviventi accedevano nelle abitazioni, non importa se munite di inferriate, telecamere o allarme.

Gli indagati principali formavano due gruppi separati tra loro: il primo, chiamato dagli investigatori 'la banda del flessibile', era formato da tre giovani albanesi, un giovane pisano e un rumeno; il secondo era composto da alcuni rom rumeni, macedoni e kosovari, per un totale di 10 indagati, tra cui alcuni minorenni di una nota famiglia di Pontedera e un rumeno, soprannominato dagli inquirenti 'Re Giorgio', per la corona d'oro indossata durante un soggiorno in Romania quando aveva contratto matrimonio con la sua convivente.

LA BANDA DEL FLESSIBILE. Per la 'banda del flessibile', nel corso delle attività di indagine, sono stati documentati due furti in abitazione nel Comune di San Giuliano Terme commessi nel giugno 2015, ma anche numerosi altri nel pontederese e nella lucchesia. A capo della banda un giovane albanese, che dava chiare indicazioni agli altri su come muoversi e cosa fare. Parte della refurtiuva in oro veniva rivenduto in alcuni compro oro, risultati per ora estranei alla vicenda.

Per rintracciare il gruppo particolarmente importante è stata, in un caso, la testimonianza di un abitante del posto, il quale annotava la targa proprio della autovettura sotto controllo, indicando anche la presenza di tre persone a bordo. Stavano di fatto effettuando un sopralluogo di preparazione, infatti poco dopo avrebbero raggiunto a piedi un'abitazione che avrebbe subito il furto.

Il gruppo di albanesi monitorato facenti parte della 'banda del flessibile', per il quale gli inquirenti hanno contestato anche l'associazione per delinquere, appartiene ad una generazione di immigrati albanesi arrivata in Italia da diversi anni i quali, in buona sostanza, pur nascendo in Albania sono cresciuti in Italia. "Andiamo al mare" era il messaggio in codice per avvisare che si sarebbero visti per andare a 'lavorare'.

Flessibile, guanti, piede di porco e passamontagna gli arnesi da lavoro della banda, pronta anche a tramutare il furto in rapina se necessario. La spregiudicatezza del gruppo era palese nei loro dialoghi. Si mostravano pronti a usare mazze di ferro o, durante un sopralluogo, si mostravano eventualmente pronti picchiare, legare e tramortire con un martello un anziano e "gettarlo nel fiume" in quanto possibile testimone.

Altro filo conduttore della 'banda del flessibile' è l’uso smodato di ogni tipo di stupefacente, dalla cocaina alla ketamina, pronti a prendere forza per l'adrenalinica e remunerativa attività criminosa. A conoscenza dell’attività anche alcuni genitori degli albanesi, quando ad esempio la mamma di uno di essi consigliava di vendere in Albania uno degli anelli con diamante da poco rubato, mentre in un altro caso un anello rubato diventava il regalo per la ragazza italiana di uno degli stranieri, perfettamente a conoscenza dell’attività del compagno.

IL SECONDO GRUPPO. Modalità molto simili, anche se meno spregiudicate nei modi, quelle attuate dal gruppo di rom rumeni, kosovari e macedoni, che vedono in un rumeno uno degli indagati principali; sotto l’occhio degli investigatori tutti soggetti già più che conosciuti agli investigatori, molti pluripregiudicati per reati specifici. Anche in questo caso impressionante è la facilità con la quale venivano effettuati sopralluoghi di furto e furti in abitazione, molto spesso nel pomeriggio o la sera dei fine settimana, quando le persone sono fuori casa.

Numerosi i sopralluoghi e i colpi effettuati, in Pisa e provincia, in Livorno e anche fino a Firenze. In questo secondo gruppo i Carabinieri non hanno ben delineato il canale di ricettazione della merce rubata, poiché il gruppo non consegnava ai compro oro quanto sottratto nelle abitazioni; sono pertanto in corso ulteriori accertamenti.

Particolarmente attivi sono risultati due giovani minorenni, uno dei quali sempre impegnato con un rumeno maggiorenne ad effettuare furti e che in alcuni casi utilizzava la grondaia come una facile scala per accedere ai piani alti delle abitazioni. I due restano indagati in stato di libertà, non essendo stati presi provvedimenti di custodia cautelare; in alcuni casi il padre di uno di essi veniva chiamato sul posto per dare consigli pratici su come effettuare il colpo.

In questo secondo gruppo, che ha visto il rumeno come indagato principale, meno stabile è il vincolo tra i correi, poiché la partecipazione o meno alla commissione di un reato è apparsa molto più dinamica e basata sulla disponibilità o meno del soggetto interpellato.

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