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Cronaca

Auxilium Vitae: si vogliono utilizzare gli infermieri al posto dei tecnici di laboratorio e si abbassa la qualità assistenziale ai pazienti ricoverati

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PisaToday

Un accordo fra la USL 5 e l'Auxilium Vitae ha fatto sì che gli infermieri della struttura di riabilitazione siano stati obbligati a frequentare un velocissimo corso di formazione per l'utilizzo degli strumenti che eseguono gli esami del sangue POCT (POINT OF CARE TESTING) che debbono invece essere utilizzati da un altro professionista sanitario, il tecnico di laboratorio biomedico.

Non bastasse la cronica carenza di infermieri già presente nella struttura riabilitativa volterrana con gli infermieri che già fanno i salti mortali per garantire un'adeguata assistenza ai pazienti ricoverati, adesso si è pensato di imporre loro di lasciare i reparti e di andare nel reparto di Medicina o al Pronto soccorso dell'Ospedale di Volterra, dove si trovano le apparecchiature per gli esami, e rimanervi il tempo necessario a che la macchina dia il risultato, lasciando soli i colleghi ad occuparsi dei pazienti, con tutti i rischi connessi.

Tale situazione, crea almeno due fattispecie di reato a carico degli infermieri: il reato di cui all'articolo 348 cp (abuso di professione) e il reato di cui all'articolo 591 cpp (abbandono di incapace).

E' paradossale che una disposizione aziendale possa creare una situazione così pericolosa per i pazienti e per gli infermieri.

NurSind già in varie realtà italiane dove si era provato a fare altrettanto, ha denunciato le aziende e vinte le relative cause.

In particolare è risultato chiaro a più giudici che attribuire agli infermieri la funzione di "manipolare il sangue e utilizzare un apparecchio come il POCT è anomalo rispetto alle competenze richieste al personale infermieristico e che la situazione genera una diretta condizione di pericolo per gli infermieri i quali si troverebbero esposti, in caso di negligente esecuzione dei compiti (gli esami non corrispondono alla realtà…ovvero sono sbagliati…) a forme, esclusive e/o concorsuali, di responsabilità civile e penale che non può certo essere derogata da qualsivoglia protocollo interno adottato dall'azienda" (Tribunale di Pordenone)

E' a tutti evidente che attribuendo le nuove aggiuntive funzioni al personale infermieristico lo si sottrae ai suoi compiti specifici e sanciti dalla legge, ovvero quelli di assistenza alla persona, generando una situazione che crea ulteriori profili di responsabilità e di indebito stress lavorativo.

Ancora una volta si addossano agli infermieri, che hanno la "colpa" di essere presenti nelle strutture 24 ore al giorno, compiti di altri professionisti al solo scopo di risparmiare non assumendo altre figure sanitarie.

Quello che ci chiediamo è perché le aziende non si sognerebbero mai di chiedere ad un tecnico di radiologia di fare prelievi di sangue o ad una dietista di assistere in sala operatoria, tanto per fare due semplici esempi. Ma ci si sente sempre in potere di chiedere agli infermieri di fare il lavoro che dovrebbero fare altri. A che servono 22 laure delle professioni sanitarie se poi tutto si fa fare agli infermieri?

Non possiamo accettare una tale situazione: in primis non è etico da parte di un'azienda imporre ad un professionista di svolgere le competenze di un altro professionista e per far questo tralasciare il proprio di mandato professionale, quello di assistere i pazienti. E in seconda istanza non è accettabile che un'azienda per risparmiare generi una situazione di pericolo per i pazienti assistiti diminuendo non si sa per quanto tempo e per quante volte le potenzialità assistenziali.

NurSind ha inviato una diffida ai vertici dell'Auxilium Vitae affinché receda dalla volontà di imporre tale nuova organizzazione del lavoro agli infermieri, in caso contrario non potremmo che procedere legalmente e con un esposto alla procura della Repubblica perché siano verificate le condizioni di sicurezza assistenziale.

Daniele Carbocci
Segretario Provinciale NurSind Pisa

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