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Cronaca

Banca d'Italia: chiude la sede di Pisa

Lo annuncia Fisac Cgil, in Toscana resteranno solo Firenze e Livorno: "China pericolosa, spariscono servizi nei territori. In discussione la difesa del risparmio"

Il piano di dismissione delle sedi territoriali della Banca d'Italia vede in Toscana come prossime vittime Pisa e Grosseto. Dal 2019 quindi rimarranno solo due filiali, Firenze e Livorno, con la struttura di Arezzo specializzata per il solo trattamento del contante. E' questo quanto annunciato oggi, 18 dicembre, dal sindacato Fisac Cgil.

L'organizzazione sindacale ripercorre quella che appare come una crisi istituzionale: "La Banca d'Italia rappresenta, da sempre, un'istituzione a garanzia della stabilità del sistema bancario e della democrazia economica del nostro paese. Negli ultimi anni il processo di integrazione normativa nel sistema europeo delle banche centrali, il processo di digitalizzazione crescente, unitamente alle pressioni provenienti dal contesto esterno, hanno spinto il vertice dell'istituto progressivamente a riorganizzazioni interne. Fino a pochi anni fa c'era una filiale di Banca d'Italia in ogni provincia toscana". Ora però si chiude il 21 dicembre "senza tra l'altro che il vertice dell'Istituto abbia accuratamente informato la cittadinanza, eliminando dal territorio un ennesimo servizio pubblico per i cittadini".

"La cancellazione di tali presìdi - insiste il sindacato - non evidenzia solo il venir meno di alcuni compiti svolti gratuitamente per l'utenza pisana e grossetana (istituzionale e non): basti pensare alle questioni inerenti la vigilanza sulle piccole aziende di credito o ai rapporti tra banche e cittadini, ma soprattutto toglie ogni opportunità di investire in nuovi compiti che la crisi economica ha fatto emergere. Si fa riferimento, ad esempio, a controlli capillari sulle tematiche dell'usura o dell'antiriciclaggio, ad una più efficiente supervisione in tema di sistema dei pagamenti, ad un'opera massiva riguardante l'educazione finanziaria visto i molteplici casi accaduti negli ultimi anni relativi al cosiddetto 'risparmio tradito'. E' una china pericolosa, portata avanti senza ascoltare il sindacato, che mette anche in discussione la professionalità acquisita dai colleghi delle filiali".

E' parere della Fisac Cgil che "il venire meno di presidi della specie rappresentino un vero e proprio processo di privatizzazione, inaugurato già da un po' di anni con il venir meno anche di numerosi sportelli delle banche e delle poste da molto territori periferici, che può mettere in discussione la difesa del risparmio, compito costituzionalmente garantito".

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