rotate-mobile
Cronaca

Base militare ora prevista all'ex Cisam: "Impossibile non consumare suolo, sarà un ecomostro?"

Le associazioni ambientaliste scrivono alle istituzioni sulla base degli elementi progettuali emersi dall'ultimo tavolo di confronto, esprimendo molte preoccupazioni

Sei associazioni ambientaliste, che da tempo seguono la vicenda della base militare in discussione originariamente su Coltano, hanno inviato a varie istituzioni del territorio un articolato documento relativo alla Base militare da realizzare nell'ex Cisam. Si tratta di una lettera aperta che affronta le criticità di quanto si sa attualmente del progetto dal punto di vista del consumo di territorio. Questo perché a livello formale le ultime informazioni sulle previsioni sono quelle che emergono dal verbale del recente tavolo interistituzionale svoltosi a Roma il 6 settembre scorso. Lo studio di prefattibilità tecnica, discusso in quella sede, al momento resta in possesso solo delle amministrazioni interessate, anche se è stata richiesta visione dalle associazioni stesse, tramite accesso agli atti. 

Le associazioni in questione sono: Amici della Terra Versilia; Comitato permanente per la difesa di Coltano; Italia Nostra Versilia; La Città Ecologica aps; Coordinamento La Lecciona non si tocca; Coordinamento No Asse. I destinatari della lettera aperta sono: il Presidente del Parco San Rossore, i Sindaci dei comuni della Comunità del Parco, i Presidenti delle Province di Pisa e Lucca, il Presidente della Regione Toscana, il Presidente del Comitato Scientifico del Parco, i consiglieri comunali di Pisa e la Soprintendenza.

"Al momento - affermano le associazioni - non è stato reso noto il progetto di fattibilità, ma già nel verbale della riunione interistituzionale del 6 settembre emergono contraddizioni e punti oscuri". Precisando che la loro lotta è ambientalista e contro il consumo di suolo, non contro i militari e meno che mai contro i Carabinieri, le associazioni rilevano che, "stando al Verbale, la nuova base sarebbe tutta al Cisam, mentre le aree 'addestrative' (poligono di tiro e di pista automobilistica) andrebbero in Valdera. Al Cisam dunque andrebbero le sedi del Gis e del 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti 'Tuscania', cioè i reparti che dovevano essere collocati a Coltano (e non si parla più dei Carabinieri Cinofili). Dato che non sembra che sia ridimensionata la necessità di volumi, e anche tenendo conto che si abbatteranno ben 2.500 piante di alto fusto, sembra proprio che al Cisam, ossia dentro il Parco, si voglia realizzare una vera e propria cittadina dei Carabinieri. Invece di 'eco-struttura' sarebbe più credibile parlare di eco-mostro, con un rilevante, inaccettabile, consumo di suolo, boscato e di pregio".

Unica previsione ambientalmente positiva risulterebbe "il completo smantellamento del complesso infrastrutturale dell’ex reattore. Ma bisogna osservare che non c’è solo il reattore di cui completare la dismissione; a quanto a noi risulta, c’è un capannone che costituisce, ad ora, l’unica sede nazionale di stoccaggio per i rifiuti radioattivi di origine sia militare che civile, oltre a capannoni in cui si fa tuttora ricerca sulla radioattività e sul disturbo elettromagnetico". Altro punto segnalato nella lettera è l’annunciato recupero degli "immobili di pregio" presenti a Coltano (Palazzo Mediceo, palazzina demaniale 'ex Stazione Radio Marconi', Stalle del Buontalenti con i 14 alloggi annessi, di proprietà della Regione Toscana), per "l’impiego a favore della collettività", attraverso "la creazione di aree museali e un Centro per l'Educazione Ambientale". Per le associazioni il progetto "andrebbe conosciuto più in dettaglio, e dal Verbale non risulta finanziato".

"Non si fa poi alcun cenno - proseguonmo - a strutture militari cittadine, come la Curtatone e Montanara e l’Artale; soprattutto, la caserma Gamerra che si estende per quasi 17 ettari, e risulta ampiamente sottoutilizzata, potrebbe ospitare una parte dei reparti militari. Altrettanto, la Bechi Luserna, estesa per 12 ettari, circa per metà pavimentata, potrebbe trovare un analogo utilizzo. Per finire, con l’accordo di tutti si è chiesto alla Comunità del Parco di esprimere un parere in tempi ridottissimi (una settimana) e ciò non consentirà in alcun modo la discussione nei consigli comunali, men che meno un necessario coinvolgimento dei cittadini. Ma la mancanza di trasparenza - concludono - è ormai la regola della Presidenza del Parco San Rossore". 

Si parla di
Sullo stesso argomento

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Base militare ora prevista all'ex Cisam: "Impossibile non consumare suolo, sarà un ecomostro?"

PisaToday è in caricamento