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Cronaca

Bigattiera, il caso: "Amaro retrogusto della prepotenza: una denuncia al maestro Randazzo"

Lettera del maestro Luca Randazzo che racconta il suo lavoro al campo rom della Bigattiera e le difficoltà incontrate, fra cui una denuncia per diffamazione per cui lancia un appello per il sostegno e la raccolta fondi per le spese legali

Lettera sulla storia e le vicissitudini legate al campo rom della Bigattiera del maestro Luca Randazzo. C'è anche un appello per la raccolta fondi per le spese legali che lui deve sostenere per un caso di denuncia per diffamazione.

"In questi giorni si parla ancora di Bigattiera. Se ne parla quando è imminente uno sgombero o quando arriva la solita contestazione di evasione dell'obbligo scolastico a molti dei genitori dei bambini che vi abitano. Ne sono arrivate quattro in quattro anni, dal momento in cui la Giunta Comunale del sindaco Filippeschi, dell'assessora alle politiche sociali Ciccone e dell'assessora alla pubblica istruzione Chiofalo, decideva di sopprimere il pulmino che portava quei bambini a scuola.

Quattro anni fa, di fronte ad una così evidente violazione del diritto costituzionale di veder rimossi gli ostacoli sociali ed economici che limitano la frequenza scolastica, alcune persone – io tra queste - si sono indignate. Hanno chiesto e ottenuto incontri inconcludenti con l'assessora Ciccone. Hanno scritto sui giornali. Hanno aiutato, con enorme fatica, gli abitanti del campo ad organizzarsi.

Se da una parte alzavano la voce, dall'altra continuavano a portare la loro solidarietà concreta, chi regalando pacchi di alimenti, chi accompagnando alcuni bambini a scuola, chi aiutando a districarsi nell'ingarbugliata legislazione, chi leggendo le lettere che arrivavano dalla Questura o dal Comune, chi solamente andando a trovare quelle persone così isolate e sole.

Dalla Giunta invece non si muoveva nulla. Il Consiglio Comunale il primo agosto 2013 ha approvato all'unanimità un ordine del giorno in cui si impegnava la Giunta a ripristinare il servizio di trasporto scolastico, l'erogazione di acqua potabile e corrente elettrica. La Giunta lo ha ignorato.

Ad oggi, più di trenta bambini continuano ad andare a scuola in maniera saltuaria. Chi aveva 6 anni alla prima lettera di evasione dell'obbligo, ora ne ha 10. Ha saltato le scuole elementari e si appresta ora a saltare le medie.

Tutto questo mi porta alla mente una lettera d'altri tempi. Quella di don Lorenzo Milani che, nel 1967 scriveva, insieme ai suoi ragazzi “Cara signora, lei di me non ricorderà nemmeno il nome. Ne ha bocciati tanti. Io invece ho ripensato spesso a lei, ai suoi colleghi, a quell'istituzione che chiamate scuola, ai ragazzi che 'respingete'. Ci respingete nei campi e nelle fabbriche e ci dimenticate” (Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, 1967)

Negli anni '60 i poveri erano i contadini delle nostre terre, mezzadri di potenti latifondisti. Oggi i poveri sono gli zingari, respinti nell'elemosina o nella delinquenza.

Sono passati quattro anni, nei quali non ho mai smesso di oppormi ad un'ingiustizia che sembra quasi accanimento, contro questi bambini. Beh, un bel giorno mi accorgo che non tutti nella Giunta sono rimasti immobili per tutto questo tempo. Infatti, l'ex assessora Ciccone, che quando ne aveva le possibilità poco ha fatto per risolvere il problema, si è presa la briga di denunciarmi per diffamazione a mezzo stampa. Avevo scritto sul Tirreno che lei proponeva di trasportare i bambini a scuola nei cassoni dei furgoni, insieme ai rottami del ferro. E questo, secondo lei, ledeva la sua dignità di persona. Non voglio in questa sede entrare nel merito dell'accusa: il registro dell'articolo era palesemente sarcastico e non c'era da parte mia nessun intento diffamatorio nei suoi confronti.

Invece vale la pena di soffermarsi sull'utilizzo della denuncia come soperchieria, come strumento politico di opposizione contro il dissenso. Il sistema è semplice e in genere efficace. Invece di risolvere i problemi di quei bambini, condannati ad un futuro di miseria e fango, di marginalità e di probabile delinquenza, si parla della reputazione della signora Ciccone, così chi difende i loro diritti sarà costretto a fermarsi e occuparsi di difendere se stesso in tribunale. Intanto questi ragazzini continuano a esistere, a riflettori spenti, senza acqua potabile e senza energia elettrica, come all'inizio dell'Ottocento qui da noi e come ancora oggi accade nelle baraccopoli di Nairobi.

Così va il mondo, ha detto il mio avvocato quando gli ho raccontato la mia vicenda.

Va proprio come negli anni '60, ho aggiunto io. E fa parecchio schifo.

Io, forte del precedente illustre, sono sempre qui. Scrivo libri per ragazzi nei quali do parola a bambini rom. Porto avanti una classe in cui un terzo degli alunni sono rom. Scopro ogni giorno che i bambini rom sono come tutti gli altri: simpatici, curiosi, rumorosi, insistenti e, soprattutto, hanno quel diritto all'istruzione che io, come dipendente dello Stato, devo cercare di garantire.

Intanto, la fase preliminare del mio processo è terminata. Ora aspetto la prima udienza che si terrà a dicembre. La aspetto con la tranquillità economica di un gruppo di amici che ha deciso di sostenere le spese, con la tranquillità etica di pensarmi dalla parte giusta della storia, quella di chi esprime pacificamente in proprio dissenso con l'intento di veder rispettati i diritti dei più deboli.

Sono convinto di non essere l'unico a pensarla così. Penso che siamo in tanti, molti di più di quanto non sembri a chi quei diritti continua a calpestare. Allora, invece di intimidirci, rilanciamo! Se tutta questa storia ti ha fatto rizzare i capelli, contribuisci a sostenere le spese processuali con una piccola quota di 10 euro (più siamo e più ci dividiamo le spese) e firma la lettera di sostegno qui di seguito.

Un sentito ringraziamento.

Luca Randazzo

maestro e scrittore


Per le firme e i contributi, scrivere a: processorandazzo@gmail.com
BONIFICO SUL CONTO CORRENTE
Intestato a Luca Randazzo
Presso la Banca di Credito Cooperativo di Cascina
IBAN: IT94Y0845825300000000023386

Causale: spese processuali"

Qua i firmatari e la lettera di sostegno.

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