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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Via Vittorio Veneto

Blitz incappucciati nella sede Arpat, Rossi: "Gesto aberrante di professionisti della paura"

Per l'assessore regionale Bramerini si è trattato di "espressione di intolleranza", per il presidente della Provincia "un'azione scellerata", per il Pd "un gesto compiuto da chi non ha il coraggio di manifestare pubblicamente le proprie idee"

Sono state numerose le reazioni in città, e non solo, dopo l'irruzione di un gruppo di persone a volto coperto che sono entrate ieri mattina nella sede pisana di via Vittorio Veneto dell'Arpat, urlando e scrivendo con bombolette spray sui muri. Il tema al centro del gesto lo smaltimento delle acque dell'ex reattore nucleare di San Piero a Grado nel canale dei Navicelli.

PRESIDENTE DELLA REGIONE. "Condanno nettamente quello che non esito a definire un gesto aberrante compiuto da professionisti della paura. Esprimo per
questo la mia personale solidarietà e quella di tutta la giunta regionale ai lavoratori dell'Arpat e del Cisam di San Piero a Grado". Ha commentato così il presidente della Regione Enrico Rossi. "L'irruzione rappresenta un vero e proprio atto di terrorismo ambientale, un atto intimidatorio compiuto verso lavoratori e tecnici di provata competenza e correttezza che compiono il loro dovere quotidinamente" ha continuato il presidente, che chiede allo stesso tempo alle forze dell'ordine e alla magistratura di "individuare quanto prima i responsabili", augurandosi che "siano puniti secondo quanto previsto dalle leggi".

ASSESSORE REGIONALE ALL'AMBIENTE. "Un gesto grave, per di più rivolto contro lavoratori il cui compito è quello di operare per la tutela dell'ambiente e la
salute dei cittadini. A loro va la mia piena solidarietà e l'invito a continuare serenamente e con la consueta competenza un lavoro tanto prezioso per la comunità - ha affermato l'assessore regionale all'ambiente, Anna Rita Bramerini - occorre respingere tentativi come questo, espressione solo di intolleranza".

PRESIDENTE DELLA PROVINCIA. "Con la sopraffazione, l'intimidazione e le azioni illegali ci si pone fuori dai recenti della democrazia e mi auguro che le forze dell'ordine arrivino rapidamente ad individuare i protagonisti di questi fatti - sottolinea il presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni - esprimo la mia solidarietà ai lavoratori dell'Arpat e la ferma condanna per quanto accaduto: si tratta di un brutto episodio che merita la ferma condanna di tutta la nostra comunità che non può tollerare azioni scellerate e prive di reale significato come queste".

PARTITO DEMOCRATICO. "Ancora un gesto violento ed intimidatorio (stavolta ai danni dell'Arpat e dei suoi lavoratori, cui va la nostra solidarietà) che condanniamo con fermezza e che speriamo, e soprattutto chiediamo, che venga perseguito dalle autorità preposte - ha affermato in una nota il segretario provinciale del PD Francesco Nocchi - non possiamo accettare che in città si instauri un clima di questo genere, in cui volontariamente e continuamente si abbandona la via maestra del confronto democratico, anche serrato se necessario, ma pur sempre civile, per ricorrere ad azioni di forza dirette contro le istituzioni e le forze politiche. Ci auguriamo che tutte le forze vive della Pisa democratica prendano le distanze, senza ambiguità, da questo e da ogni tipo di atteggiamento violento nel confronto pubblico". Solidarietà ai lavoratori di Arpat anche dal deputato del Pd, Federico Gelli che definisce il gesto ''un atto di intimidazione messo in pratica da chi non ha il coraggio di manifestare pubblicamente e in modo civile le proprie idee: un gesto violento da condannare senza appello''.

PDL. "L'irruzione di incappucciati negli uffici dell'Arpat è un atto di gravità inaudita''. Lo afferma in una nota il consigliere comunale del Pdl e vicepresidente del Consiglio Comunale pisano Riccardo Buscemi. Secondo Buscemi è un fatto ''da condannare non solo per il presupposto infondato di chi alimenta inutile allarmismo per la procedura ma anche per il pericoloso clima di tensione, intimidazione e aggressività che ignora il confronto democratico e disprezza le istituzioni dello Stato e le sue articolazioni operative''.

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