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Cronaca

Bombe per l'Arabia in transito in Toscana: "Frontiere chiuse alle armi, non alle persone"

Dopo la denuncia della movimentazione di armi sul suolo toscano e forse pisano le associazioni del territorio ribadiscono la necessità di chiudere i presidi militari in città per riconvertirli ad usi civili. "E' questione anche di sicurezza cittadina"

Un mercato fiorente, non controllato, che aiuta il terrorismo passando dalla Toscana e forse da Pisa. Dopo la denuncia del deputato sardo Mauro Pili sull'arrivo a Piombino di un carico di bombe destinate all'Arabia Saudita per la guerra in Yemen, movimenti associativi pisani tornano a ribadire la necessità di abbandonare l'economia e la politica di guerra, rappresentate in città dalla base militare di Camp Darby e l'Aeroporto Militare.

Si rinnova l'appello, sempre sostenuto da 'Progetto Rebeldìa' e 'Un Ponte Per...', insieme anche a 'Sinistra per...' e il 'Collettivo il Nodo', per lo smantellamento dei presidi e la loro riconversione ad uso civile. E' in questo periodo di instabilità che si impone una riconsiderazione del problema, che riguarda tutto il Paese ed in particolare Pisa, data la presenza di questi importanti centri di smistamento e deposito di armi. 

Il commercio di armi dall'Italia ai Paesi arabi non conosce crisi e acuisce le tensioni su cui gioca il terrorismo e chi lo fiancheggia. Per questo le associazioni chiedono una presa di posizione forte delle istituzioni, in un luogo simbolico come l'Aeroporto Militare di Pisa. Spiega Martina Pignatti di 'Un Ponte Per...': "Il trend italiano delle esportazioni di armi verso Medio Oriente ed Emirati è in crescita ed ha pesanti responsabilità nel sostegno agli jihadisti. E' un mercato che vale 3 miliardi di euro, di cui un terzo va proprio al mondo arabo; benzina sul fuoco per i conflitti".

Il carico di bombe giunto a Piombino dalla Sardegna potrebbe essere usato per la guerra in Yemen: "Un conflitto che ha generato 6mila morti, di cui metà civili. Circa l'80% della popolazione, 21 milioni di persone, hanno urgente bisogno di aiuto. Il Consiglio d'Europa stesso il 16 novembre si è detto molto preoccupato, con sospetti bombardamenti su ospedali e crimini di guerra. Quella in atto è una movimentazione di armi contraria anche al Trattato internazionale sugli armamenti ratificato dall'Italia ed in vigore dal 2014".

Si tratta di una questione anche di sicurezza cittadina. Continua Martina: "Non si sa dove siano passati i mezzi carichi di armi. Si tratta infatti di un commercio privato, dove possono essere usate strutture civili. Può essere che il territorio pisano sia un protagonista di questi transiti. Inoltre è noto che le stesse autorità possono perdere il tracciamento di queste armi. Sappiamo dove sono dirette, ma è impossibile dire poi a chi saranno girate, magari rivendute in un commercio illegale proprio a quei gruppi terroristi che si vorrebbe combattere".

"Tuttti sono disposti a rinunciare alla propria liberta nella lotta al terrorismo, ma si lascia continuare ed aumentare il commercio di armi che aumenta proprio questo rischio - è la considerazione conclusiva delle associazioni - il tutto mentre si chiudono le frontiere a chi fugge dalla guerra". Una contraddizione, quando sull'accoglienza si potrebbe invece puntare: "Sarebbe un modo per stemperare il risentimento, viste le responsabilità. Sulle armi ad esempio è noto che grossa parte degli armamenti dell'Isis vengono dalle armi irachene, vendute o regalate allo Stato mediorientale dagli Stati Uniti".

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