Bruciare di poesia a scuola
La poesia performativa arriva a scuola coi fondi del Piano scuola estate e ha un successo travolgente
Venti ragazzi di dodici e tredici anni tra fine giugno e inizio luglio hanno continuato ad andare a scuola per parlare di poesia. È quello che è successo all’Istituto comprensivo Borsellino di Navacchio (PI) che, grazie ai fondi del Piano scuola estate, ha promosso già dal 28 di giugno un corso Pon di scrittura creativa, che è stato accolto tra gli studenti con un entusiasmo travolgente. Si tratta più esattamente di un laboratorio di poesia performativa tenuto dalla professoressa Eleonora Fisco in qualità di esperta e dalla professoressa Daniela Betti nel ruolo di tutor. Nel corso di otto incontri per un totale di trenta ore totali, venti ragazzi della scuola media Russo dell’istituto comprensivo sono stati coinvolti in una appassionante serie di esercizi progettati per accendere in loro il fuoco della poesia. Il titolo del laboratorio, fortemente voluto anche dalla preside Cristina Amato, è infatti Bruciare di poesia: avviamento al poetry slam. Ciò che più ha funzionato di questo corso intensivo di poesia è stato l’affiancamento della spiegazione teorica a esercizi di pratica poetica tanto nella produzione di testi scritti quanto nella costruzione di una vera e propria performance. L’esperta che ha gestito il corso, Eleonora Fisco, è infatti poeta e performer, tra i maggiori esponenti italiani della pratica poetica contemporanea del poetry slam: un movimento nato negli anni Ottanta a Chicago e ormai diffuso a livello globale che prevede una gara di poesia performativa in cui sei o più poeti si sfidano a colpi di versi con le loro performance e vengono votati da una giuria popolare. La poesia trattata in questo corso voleva essere, insomma, una poesia viva, esplosiva, che brucia in chi la fa e in chi la ascolta e che si propone di dare voce a chiunque abbia il desiderio di esprimersi. Attraverso un approccio maieutico di apprendimento, i ragazzi sono stati continuamente invitati a partecipare alla riflessione collettiva con l’obiettivo di ampliare la definizione di poesia e di capire che quella che si legge talvolta con un po’ di noia sui libri di scuola nelle ore curriculari non è l’unica possibilità di fruire della letteratura. Gli studenti hanno lavorato sulla poesia visiva, sul rapporto tra poesia e musica, sull’occupazione creativa dello spazio pubblico, sulla pratica dello straniamento e infine sulla poesia performativa. Hanno imparato a competere in maniera sana, a confrontarsi in maniera costruttiva, hanno scoperto interessi condivisi in quest’importantissima occasione di socializzazione in un anno scolastico segnato dal Coronavirus e dal distanziamento. Inoltre, hanno avuto modo di incontrare in videoconferenza e porre domande ad altri poeti contemporanei viventi come Marco Gorgoglione del collettivo pisano Yawpisti, Renata Prado e Dome Bulfaro del collettivo Wow Incendi Spontanei e Giuliano Logos De Santis, campione mondiale in carica di poetry slam. Nelle giornate del 6 e del 7 luglio i ragazzi hanno disputato infine tre gare di poesia valide per il campionato giovani della LIPS (Lega italiana poetry slam), l’associazione nazionale che si occupa di promuovere la poesia performativa attraverso l’organizzazione di eventi e spettacoli su tutto il territorio italiano. La vincitrice, Paola Panico (13 anni), potrà accedere alle fasi successive del torneo nazionale Under 20. Sulle lavagnette, alla fine della gara, hanno scritto I slam therefore I am: letteralmente “faccio slam dunque sono”. Nelle loro poesie i ragazzi parlano di femminismo, di come gli uomini stanno rovinando il mondo con l’inquinamento, del fatto che anche se sono dei dodicenni hanno cose importanti da dire e che vogliono essere ascoltati. La professoressa Fisco aveva promesso che li avrebbe portati su un palco vero a comunicare al mondo tutte le cose importanti che avevano da dire e così è stato. Non ancora sazi di poesie, i ragazzi sono stati presenti anche a un poetry slam per adulti organizzato da Yawpisti la sera del 7 luglio a Pisa e durante il microfono aperto, di fronte a 150 persone, hanno fatto sentire forte e chiara la loro voce.