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Cronaca

'Buco' milionario al Cnr, l'ex custode: "Non c'era alcun tipo di controllo"

Marco Borbotti, al momento unico indagato nello scandalo del Cnr, spiega a La Nazione il meccanismo messo in atto per ottenere anticipi di cassa, presentando progetti inesistenti. L'uomo era diventato responsabile dell'ufficio progetti esibendo una falsa laurea

Era entrato come custode nel 2007, poi, presentando un certificato di laurea falso, aveva partecipato ad un concorso interno ed era diventato responsabile dell'ufficio progetti, cioè colui che valuta le varie candidature delle proposte di studio per le quali viene richiesto un finanziamento. Lui è Marco Borbotti ed è al centro del 'buco' di bilancio del Cnr, scoperto e denunciato dall'attuale direttore Giorgio Iervasi e ora sui tavoli della Magistratura che dovrà ricostruire le tappe di una vicenda che con il passare dei giorni appare sempre più chiara.

Borbotti, al momento unico indagato e, come chiarito dal suo legale, affetto da problemi psichiatrici per i quali è in cura da anni, ha spiegato in una intervista a La Nazione il meccanismo che ha portato alla falla nei conti dell'Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr. "Non c'era alcun tipo di controllo ne' in fase iniziale, ne' durante lo svolgimento dei progetti di ricerca ne' a consuntivo. Per cui - afferma l'ex custode, licenziato a gennaio per la sua falsa laurea - ho iniziato io stesso a presentare proposte di progetti con sponsor inesistenti e così chiedevo e ottenevo gli anticipi di cassa necessari".
In pratica molti ricercatori del Cnr avrebbero lavorato su progetti fantasma, praticamente inesistenti e che nessuno avrebbe mai pagato.

La Magistratura, che dovrà verificare anche la veridicità di queste affermazioni, prosegue le indagini su un 'buco' che potrebbe avere una consistenza molto più massiccia rispetto ai 3,4 milioni di euro relativi all'ultimo biennio. Di certo è che la vicenda crea un'ombra sulla gestione dei soldi pubblici in un polo di eccellenza della ricerca pisana.

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