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Cronaca Centro Storico / Piazza Sant'Antonio

Canapisa, divieto vendita alcolici: Confcommercio non ci sta

L'associazione di categoria punta il dito contro l'ordinanza del Prefetto. "Se il popolo di Canapisa è poco raccomandabile, perchè devono rimetterci la città e gli imprenditori?" afferma il direttore Pieragnoli

A 24 ore dalla street parade di Canapisa, che prenderà il via alle 17 di sabato 26 maggio in Piazza Sant'Antonio, si accendono nuove polemiche dopo quelle sollevate nei giorni scorsi da Forza Nuova, contraria ai principi della manifestazione. Stavolta a spalancare gli occhi con meraviglia è Confcommercio. Il motivo? Niente a che vedere con l'antiproibizionismo alla base dell'iniziativa, ma semmai qualcosa che ha a che fare con il commercio, come è nello spirito della stessa associazione di categoria.

Non va proprio giù infatti l'ordinanza prefettizia che, in occasione di Canapisa, ha deciso di vietare la vendita, la somministrazione, la detenzione e il consumo di bevande alcoliche e superalcoliche, dalle 16 fino alla mezzanotte di sabato. "Non siamo d'accordo - sbotta il direttore di Confcommercio Pisa Federico Pieragnoli - perché il messaggio che si manda alla città è sbagliato: a vincere sono i più pericolosi o ritenuti tali e a perdere le persone perbene. Non siamo d'accordo, perché a pagare un prezzo salato saranno i semplici cittadini, i turisti e buona parte delle attività commerciali del centro storico, che non potranno più somministrare neanche una semplice birra o un bicchiere di vino. Il paradosso è lampante: si può limitare e vietare tutto, ma proprio tutto, escluso Canapisa, la causa di questa confusione".

"Stentiamo veramente ad accettare questo strano sistema di regole, che fa pagare alla stragrande maggioranza il prezzo della presunta libertà di una minoranza confusionaria e pericolosa - prosegue Pieragnoli - Canapisa negli anni ha dimostrato di essere una manifestazione incompatibile con l'esistenza di un centro storico e il suo vissuto, non a caso questa specie di manifestazione viene svolta solo ed esclusivamente a Pisa. Vi immaginate Canapisa organizzata in una città come Lucca, Siena o affini? Semplicemente impensabile. E allora, la parte migliore della città è stanca di dover sopportare quando soprusi, quando devastazioni, quando dolorose limitazioni alla libertà personale".

"Se il popolo di Canapisa - conclude il direttore di Confcommercio - è poco raccomandabile non è certo colpa dei pisani e se il popolo di Canapisa vuole manifestare, gli sia consentito di farlo in un luogo idoneo e sicuro. Crediamo che il Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica abbia questo potere, auspichiamo che lo eserciti, non contro la città e gli imprenditori, ma finalmente a loro favore”.

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