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Cronaca Porta Nuova / Via Nicola Pisano

Piuss ex Stallette, cantiere sempre più a rischio. Minoranze all'attacco: "Non c'è trasparenza"

Valeria Antoni (M5S), Raffaele Latrofa (Ncd) e Gino Logli (Fi-Pdl) chiedono ancora una commissione d'indagine per chiarire lo stop ai lavori ed i relativi aumenti di costi. Contestata all'Amministrazione la gestione non trasparente dell'appalto

Si sta consumando un giallo a Palazzo Gambacorti per il cantiere fermo delle ex Stallette, fra l'impresa che abbandona i lavori e il rifinanziamento di 490mila euro necessario per farli ripartire. Una vicenda che, se nel contesto italiano di difficoltà economica appare quasi ordinario, ha in realtà risvolti politico-amministrativi profondi e complessi. In discussione c'è la trasparenza dell'agire amministrativo, come sostengono i consiglieri di M5S, Ncd e Fi-Pdl: "Il nostro è un attacco politico all'Amministrazione – spiega Latrofa (Ncd) – poiché ad essa è deputato l'indirizzo e controllo delle attività del Comune. Il nostro giudizio sull'operato è pessimo, e non solo in questo caso ma nella gestione dei Piuss in generale. Riproporremo per questo progetto la commissione di indagine e trasmetteremo gli atti all'Autorità Nazionale Anti-Corruzione".

Ex Stallette binario morto? Cominciamo dall'inizio. A febbraio 2012 il cantiere viene affidato con gara alla ditta Rota Costruzioni, storica azienda pisana, con l'obbiettivo di costruire nell'area adiacente ai Vecchi Macelli un polo tecnologico e incubatore di imprese. Il progetto Piuss è cofinanziato dalla Regione Toscana per un 60%, per un totale di circa 2,5 milioni di euro. Dopo circa un anno e mezzo si riscontrano i primi ritardi, con la necessità di una prima variazione di bilancio ed una spesa aggiuntiva di 240 mila euro decisa a settembre 2013 per il ritrovamento di una scala che collegava l'area alle mura, rendendo più fruibile l'opera se recuperata. "Il 9 ottobre successivo – spiega la Antoni – l'assessore Serfogli parla di un cantiere che procede senza soste. Ho i miei dubbi che siano stati fatti dei controlli fin da allora, visto che poi si è fermato tutto in estate".

Il problema esplode definitivamente ad aprile 2014: la Rota Costruzioni chiede il concordato, cioè una procedura per evitare il fallimento. Vengono riscontrare le inadempienze nei lavori e viene deliberata la risoluzione del contratto il 7 ottobre, con quindi la necessità di trovare una nuova ditta esecutrice per far ripartire i lavori, pena la restituzione dei fondi elargiti dalla Regione. Se prima il termine dell'opera era per fine 2014, ora si parla di giugno 2015, anche oltre, per quanto il limite dei termini regionali è ottobre 2015. "Sono stati eseguiti poco più di 1 milione di euro di lavori in questo arco di tempo – spiega Logli – e ora si vuole affidare il cantiere alla seconda classificata della gara. Non credo che sia giuridicamente possibile". In ogni caso servono 490mila euro per completare l'opera, fra adeguamenti e previsioni sottostimate. Intanto il Comune è creditore della Rota per oltre 500mila euro e chiede i danni al commissario giudiziale per le inadempienze, per quanto non si sa se e quando potrà vedere le sue pretese soddisfatte.

E si arriva ad oggi. "L'assessore Serfogli – afferma Latrofa – ha consegnato alla Magistratura il 24 ottobre tutti gli atti della vicenda. Lo abbiamo appreso dai giornali la settimana scorsa, quando già avevamo chiesto la prima volta di istituire una commissione d'indagine, che in tutta evidenza dei fatti è quantomai necessaria e invece rifiutata dalla maggioranza. Dobbiamo capire il piano di gestione dell'opera, quanto si può risparmiare, fare luce sulle spese dei cittadini". A rendere più torbide le acque è il caso della relazione del Responsabile Unico del Procedimento Ing. Aiello, dove sono indicate le tante lacune del progetto ma che ai consiglieri è giunta con difficoltà e poco intellegibile, mancando molti allegati. "Il problema è politico – conclude Logli – dipende da una guerra fra uffici dove i pareri sono in contrasto fra loro, e tutto dipende da chi ha la responsabilità di aver scelto i dirigenti. Non riceve gli atti dovuti nemmeno lo stesso Rup, come è possibile essere trasparenti in questo contesto? Ed è così per tanti altri progetti. Non è così che la maggioranza deve far valere i propri numeri".

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