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Navi antiche: patrimonio dell'umanità? No, la priorità è il museo

La Sovrintendenza di Pisa ha sottolineato l'importanza di completare l'allestimento del museo: il procedimento per l'inserimento nel patrimonio Unesco è lungo e costoso. E' ancora presto per questo passo

Un percorso lungo, costoso e impegnativo. Entusiasmi frenati sulla possibilità di inserire il sito delle navi antiche di Pisa nell'elenco dei beni patrimonio dell'umanità Unesco. E' questo ciò che emerso durante l'incontro di stamattina organizzato per fare il punto della situazione sull'area archeologica dopo l'annuncio che in estate ripartiranno i lavori.
"Adesso la priorità è completare l'allestimento del museo, poi si potrà valutare l'opportunità di lavorare all'inserimento dell'area degli scavi archeologici tra i beni tutelati dall'Unesco - ha affermato il sovrintendente ai Beni culturali di Pisa, Agostino Bureca, a margine del convegno - i 4 milioni recentemente assegnati dal ministero dei Beni Culturali - ha spiegato - sono appena sufficienti per la ristrutturazione degli Arsenali, dove saranno trasferiti i relitti e allestito il museo, e per riprendere la campagna di scavi. Solo successivamente si potrà affrontare in modo compiuto l'istruttoria per la candidatura Unesco".

Secondo gli esperti, infatti, l'area di San Rossore dove riaffiorarono le navi nel 1998, tuttora di proprietà del demanio ferroviario, così com'é non presenta ancora i requisiti necessari per ottenere la tutela. "Solo dopo l'apertura del museo e la ripresa degli scavi - ha concluso Bureca - sarà possibile lavorare su un piano di gestione che individui anche le soluzioni necessarie non solo a ottenere il riconoscimento, ma anche a far vivere quel luogo sotto il profilo culturale e turistico".

Al convegno è intervenuto anche Nicola Bono, deputato di Fli e membro della commissione Unesco Italia che ieri ha visitato il cantiere, mostrando un atteggiamento positivo nei confronti della candidatura pisana all'Unesco, e che ha ricordato i requisiti necessari per ottenere la tutela: "Occorre che l'area degli scavi possa essere conservata così com'é e non coperta o aggiustata con tecniche che riproducano ciò che si nasconde sotto terra, perché non potranno essere le navi in sé a ottenere la tutela ma il sito nella sua interezza". Insomma ciò che potrebbe convincere l'Unesco a concedere l'inserimento nell'elenco dei beni tutelati in tutto il mondo sono i resti del porto romano che sono riaffiorati insieme ai relitti.

Per gli archeologi e gli esperti, dunque, si tratta di un percorso complicato che rischia di richiedere una notevole mole di finanziamenti statali al momento difficilmente preventivabili. "Quello che conta è la volontà politica di sostenere questa candidatura" ha detto Mauro Del Corso, presidente dell'associazione Amici dei Musei che ha lanciato la petizione, raccogliendo oltre 2700 firme, a sostegno della candidatura. "Quest'anno tra l'altro - ha concluso - cade il 25/o anniversario dell'inserimento di Piazza dei Miracoli tra i beni Unesco e Pisa deve avere il coraggio di lanciare e sostenere questa sfida per accendere i riflettori su una scoperta sensazionale che rappresenta una testimonianza della navigazione antica nel Mediterraneo lunga dieci secoli". (fonte Ansa)

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