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Cronaca Peccioli

Maltempo: la Valdera finisce sott'acqua, la cassa d'espansione resta asciutta

La denuncia arriva da Legambiente Valdera che si chiede perchè il bacino costruito a Fabbrica di Peccioli non abbia raccolto l'acqua del fiume Era che avrebbe probabilmente fatto meno danni

"L’acqua si sta ritirando da Camugliano, Ponsacco, Romito, e si contano i danni. Ha ceduto un argine dell’Era, si è rischiata l’esondazione dell’Arno: una situazione estrema che non si verificava da anni. Eppure c’è un’opera dell’ingegno umano che ha resistito a tutto questo. La cassa di espansione 'E4', nei comuni di Peccioli e Lajatico, nelle vicinanze di Fabbrica di Peccioli, sia venerdì mattina poco prima dell’alluvione sia sabato, a 24 ore dall’alluvione, appariva perfettamente asciutta, come mostriamo nelle foto". E' Legambiente Valdera a denunciare il fatto dopo la tracimazione del fiume Era che ha mandato sott'acqua il lato sud-est di Ponsacco.

"Costata 3.550.000 euro, progettata dalla Provincia di Pisa, potrebbe accumulare 1.250.000 metri cubi d’acqua, su una superficie di 45 ettari. Un volume enorme a monte delle zone abitate che, se invasato, avrebbe sicuramente ridotto la violenza della piena, il volume e la velocità delle acque - sostengono dall'associazione ambientalista - è per questo del resto che si costruiscono le casse d’espansione, la nostra associazione è favorevole alla loro realizzazione, dove sono necessarie. Devono però servire a evitare o mitigare l’effetto delle piene, e questo non sembra sia avvenuto per la cassa di Fabbrica di Peccioli, dove non è entrata neanche una goccia dell’acqua del fiume: ci sono minimi ristagni di acqua piovana e nulla più".

Per questo da Legambiente si chiedono a cosa serve la cassa se in un caso drastico come quello che si è verificato venerdì non ha raccolto neppure una minima parte di acqua, tanto che forse sarebbe meglio investire per rinforzare gli argini lungo il fiume, argini che, avvertono però dal direttivo di Legambiente, non vanno costruiti come quelli della cassa stessa.

"Da quando è stata realizzata, non ha mai ricevuto acqua - spiegano - eppure gli argini hanno già ceduto in più parti, tanto che sono evidenti i numerosi interventi di ricostruzione, che a loro volta presentano già evidenti segni di cedimento. Cosa che fa pensare che, anche quando fosse riempita, la capacità di trattenere l’acqua non sia poi tanto garantita. La cassa poi sembra addirittura amplificare localmente l’effetto delle piene: è stata realizzata in un’area del fiume che era una cassa di espansione naturale, ma adesso l’acqua non ci può più arrivare, per la presenza dell’argine, e si riversa sulla parte opposta, mettendo in pericolo alcune fattorie e la stessa Sarzanese-Valdera".

E mentre da Legambiente si interrogano sul come i soldi dei cittadini possano essere spesi così inutilmente, si augurano che gli amministratori dei comuni danneggiati facciano un salto alla cassa di espansione e magari, concludono dall'associazione, "constatino anche l’inutilità del taglio delle piante: anche questo non ha evitato i danni, forse li ha anzi amplificati, con la distruzione degli argini naturali, il rilascio di materiale trascinato poi via dalla piena, l’aumento della velocità delle acque che la vegetazione invece rallenta".

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