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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Volterra

Cavalli morti nel centro di recupero a Tignano: respinta la richiesta di archiviazione

Proseguono dunque le indagini sulle misteriose morti che si sono succedute nel 2018 e 2019. La soddisfazione del presidente di IHP Richichi

Il GIP del Tribunale di Pisa ha rigettato la richiesta di archiviazione presentata dal PM lo scorso 30 maggio in relazione al procedimento penale aperto a seguito della morte improvvisa di 19 cavalli, tra il 2018 e il 2020, a Tignano, nel volterrano, dove all’epoca dei fatti aveva sede il Centro di recupero di IHP (Italian Horse Protection). Lo rende noto la stessa associazione IHP che, assistita dall’avvocato Alessandro Niccoli del Foro di Pisa, si era opposta alla richiesta di archiviazione, portando elementi a sostegno della propria richiesta, a partire dalla necessità di effettuare analisi del sottosuolo alla ricerca di eventuali sostanze tossiche. Il GIP Giuseppe Laghezza ha accolto l’opposizione di IHP e ha disposto nuove indagini che serviranno per comprendere di cosa siano morti i cavalli, se la loro morte sia da attribuire a cause ambientali oppure alla mano dell’uomo ed, eventualmente, chi sia l’autore delle uccisioni.

“Siamo molto soddisfatti della decisione del GIP, che evidentemente ha ascoltato con attenzione la mia deposizione e si è convinto che la vicenda dei numerosi cavalli morti a Tignano presenti evidenti lacune nelle indagini medico-veterinarie - commenta il presidente di IHP, Sonny Richichi - per due anni, a più riprese, abbiamo chiesto alle autorità coinvolte l’istituzione di un tavolo di ricerca, così come l’effettuazione di indagini sul sottosuolo e l’integrazione delle indagini autoptiche con ricerche inspiegabilmente mai fatte, ad esempio quella del cianuro. Tutti appelli inascoltati”.

"Da quando abbiamo lasciato Tignano e abbiamo spostato il Centro di recupero a Montaione  - sottolinea Richichi - ai cavalli non è accaduto più niente: i decessi registrati sono relativi ad animali morti serenamente di vecchiaia. Non ci siamo mai arresi al ‘nulla di fatto’, abbiamo lottato e protestato duramente per la mancanza di risposte, chiedendo a gran voce verità e giustizia. Adesso ci aspettiamo che le indagini vadano più a fondo, anche in base alle indicazioni fornite nella nostra opposizione all’archiviazione”.

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