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Cronaca

Pisa celebra il 25 Aprile nel segno del no alla guerra in Ucraina

Il sindaco Michele Conti nel suo discorso ha ricordato i momenti difficili della pandemia e la nuova emergenza causata dallo scoppio della guerra in Ucraina

Celebrazione del 77° anniversario della Liberazione questa mattina, lunedì 25 aprile, a Pisa. La cerimonia è stata dedicata quest’anno a Giorgio Vecchiani, ex presidente dell'Anpi Pisa, ex consigliere provinciale e ex assessore comunale a Pisa.
Si sono tenuti in piazza XX settembre gli interventi istituzionali del prefetto Maria Luisa D’Alessandro, del presidente della Provincia, Massimiliano  Angori, e del presidente Anpi provinciale Bruno Possenti e del sindaco di Pisa Michele Conti.

"Ci ritroviamo nuovamente in piazza a celebrare il 25 Aprile, in una condizione di minore emergenza sanitaria rispetto ai due anni scorsi ma pur sempre nella consapevolezza che la pandemia non è ancora completamente conclusa e molti sono i malati di Covid negli ospedali e in isolamento nelle proprie case - ha esordito nel suo discorso il primo cittadino Conti - l’ultimo anno è stato determinante, anche se non definitivo, per  vincere questo nemico invisibile che ha condizionato le nostre vite, compromesso le nostre abitudini, creato una crisi economica e sociale da cui vogliamo uscire tutti al più presto. L’arrivo dei vaccini e una capacità di reazione e di organizzazione del Paese hanno consentito di condurre una campagna vaccinale sull’intero territorio nazionale che ha contribuito più di tutti a contrastare la pandemia di Coronavirus, a ridurre i rischi dal contagio, evitare ospedalizzazioni per i casi più gravi e salvare tante vite umane".
Il sindaco ha ringraziato il sistema di Protezione civile, l'Esercito in prima linea nella organizzazione logistica della campagna vaccinale, il personale medico e sanitario.

"Purtroppo, le emergenze non finiscono. E a una che sembra in fase di esaurimento se n’è affacciata subito un’altra. Oggi infatti siamo tutti coinvolti emotivamente in qualcosa che non pensavamo di dover vivere. Una guerra alle porte d’Europa che non si vedeva dai tempi della fine della Seconda guerra mondiale e che noi ricordiamo proprio con la giornata che oggi ci troviamo a festeggiare, il 25 Aprile. Data che simboleggia per gli italiani la fine della guerra, la riconquista della libertà e della democrazia" ha proseguito il sindaco.

"In futuro - ha aggiunto Michele Conti - si potrà discutere sulle ragioni che l’hanno provocata. Agli studiosi non mancherà materiale per trovare una qualche verità storica condivisa. Ma di certo, oggi, in mezzo alle bombe che esplodono nelle città, tra le case, che uccidono civili inermi, che fanno strage di innocenti, dobbiamo riconoscere il diritto di un popolo alla legittima difesa. E spetta a Paesi liberi e democratici come il nostro e gli altri paesi europei, aiutare laddove possibile questa popolazione sia che scappi dalla guerra, sia che combatta per difendere la propria libertà e indipendenza. Un aiuto doveroso che rientra nei principi di solidarietà su cui si fonda la nostra Carta Costituzionale. E non possiamo mai dimenticare che anche noi, nel momento del bisogno, chiedemmo aiuto per combattere e ci venne accordato. Nessuna guerra è giusta. Ma quella che si combatte oggi, per la difesa legittima del proprio Paese, è forse quella che più si avvicina al suo significato più profondo. In nome proprio di quegli ideali di libertà e di democrazia sanciti dalla nostra Costituzione Repubblicana e che oggi intendiamo qui onorare e festeggiare nel 77° anniversario della nostra Liberazione" ha concluso il sindaco.

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