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Cronaca

Pisa celebra Dante: il gonfalone della città della Torre a Ravenna

L'assessore al Turismo Pesciatini ha partecipato alla giornata ufficiale di commemorazione davanti alla tomba del Sommo Poeta

Pisa, nei giorni delle commemorazioni ufficiali del settecentesimo anniversario della morte, ha ricordato Dante Alighieri sabato scorso in piazza dei Cavalieri con la lettura del XXXIII canto dell’Inferno, incentrato sulla tragica vicenda di Ugolino della Gherardesca, e domenica con la presenza del Gonfalone della città, a Ravenna, dove si trova la tomba del Sommo Poeta.

"La città e i pisani - ha detto il sindaco di Pisa Michele Conti alla lettura dantesca - si misurano da secoli con questo canto e con la ruvida invettiva di Dante: ascoltarla qui, in prossimità dello scenario dove secondo la tradizione la vicenda accadde realmente, è molto più di un’occasione cultural-mondana; è a tutti gli effetti una celebrazione solenne di una parte della nostra storia, e del genio che l’ha resa immortale e diffusa ai quattro angoli del mondo". L’iniziativa era organizzata in collaborazione con il Consiglio regionale della Toscana.

Nella giornata di ieri (domenica 12 settembre), inoltre, il gonfalone di Pisa, accompagnato dall’assessore al Turismo Paolo Pesciatini, ha partecipato a Ravenna alla giornata ufficiale di commemorazione della morte di Dante. Il programma comprendeva la cerimonia del rito dell’olio per la lampada votiva della tomba ed è proseguito con le letture dantesche per tutta la giornata, con la lectio magistralis del cardinale Gianfranco Ravasi e, a chiusura, con il concerto straordinario diretto dal maestro Riccardo Muti. L’assessore Pesciatini ha portato i saluti del sindaco e della città di Pisa al sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, e al maestro Riccardo Muti.

"La città di Pisa - ha detto Paolo Pesciatini - è a tutti gli effetti è una città dantesca, tanto che nelle nostre Università è presente anche una fondamentale tradizione di studi dedicati al Sommo Poeta, riconosciuta a livello internazionale. Tra i numerosi compianti studiosi amo ricordare Umberto Carpi e Marco Santagata, esprimendo il mio compiacimento per coloro i quali nella nostra città dedicano ancora oggi le loro prestigiose ricerche all’opera dell’Alighieri. Concetti questi che ho avuto il piacere di rappresentare nella città dove è sepolto il poeta".

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