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Cronaca

Centro di raccolta rifiuti di Porta a Mare: "Il Comune sapeva del futuro spostamento"

Secondo le verifiche di Ucic-Prc la fidejussione sotto esame era formalmente inefficace, oltre che proveniente da un soggetto non abilitato. L'accusa è che il centro rifiuti sia stato realizzato comunque per mantenere le promesse in vista delle elezioni

Il centro di raccolta rifiuti di Porta a Mare come mezzo esclusivamente elettorale. E' questa la nuova accusa che Ucic-Prc muove all'amministrazione comunale, alla luce di nuove verifiche sul caso. La vicenda vede lo spostamento dell'impianto a seguito della richiesta di Ikea, lavori di trasferimento inseriti poi nell'accordo fra 'Sviluppo Navicelli' e Comune, intervento aggiuntivo coperto teoricamente dalla fidejussione che poi è risultata carta straccia.

Il Comune prevede ora di intervenire nuovamente per realizzare l'opera, con un nuovo esborso stimato in 240mila euro. Per Ucic-Prc non tornano i tempi fin dall'inizio: "Se sembrava già strano che la fideiussione che doveva garantire i lavori di spostamento del centro di raccolta avesse una data antecedente alla realizzazione del centro, che poi sarebbe dovuto essere spostato, questa stranezza è stata confermata dalla data dell'atto firmato tra il Comune e la Sviluppo Navicelli in cui è sancito che tale spostamento sarà a carico della Sviluppo Navicelli stessa. Tale atto risale al settembre 2012, periodo in cui la stazione ecologica di cui si stabiliva lo spostamento ancora non esisteva!".

In pratica già si sapeva che sarebbe stata spostata l'isola ecologica: "L'affidamento dei lavori - prosegue il gruppo consiliare - risale al luglio 2012; la determina di entrata in esercizio è del gennaio 2013; il centro di raccolta è stato inaugurato nel febbraio 2013. In sostanza si è portata a termine e si è inaugurata un'opera pubblica quando già si sapeva, da ben cinque mesi (l'atto dello spostamento è infatti del settembre 2012, ndr) del suo prossimo spostamento. Ma non sarebbe stato più serio interrompere le lavorazioni al momento della firma dello spostamento? Quanti soldi sono stati spesi per concludere la realizzazione del centro in via del Gargalone dopo che è stata deciso il suo smontaggio e trasferimento?".

Il sospetto è quindi quello che la realizzazione della struttura non sia stata fermata per mantenere la promessa elettorale: "Purtroppo in questa vicenda una sola cosa è chiara, ovvero la motivazione di questa presa in giro dei cittadini: di lì a pochi mesi, infatti, nel maggio 2013, ci sarebbero state le elezioni comunali".

Ad aggravare il tutto c'è la reiterata presentazione da parte della 'Sviluppo Navicelli' della fidejussione della Union Credit Finanziaria, polizza aumentata per coprire i lavori ma inefficace per la cancellazione dai registri degli abilitati della stessa società finanziaria (qui la sua storia). E' così che per Ucic-Prc è dimostrata la "assoluta e sistematica assenza di controlli del Comune che, solo dopo le nostre denunce, ha fatto le verifiche con la Banca d'Italia e il Ministero delle Finanze".

FIDEJUSSIONE MAI VALIDA. Se già c'erano dubbi sulla Union Credit ci sono problemi anche sulla efficacia formale della garanzia finanziaria. Continuano i consiglieri Auletta e Ricci. "L'amministrazione comunale si è guardata bene dal rendere pubblico che la fidejussione della Union Credit Finanziaria Spa prevedeva anche una coobligazione a firma dello stesso Stefano Bottai a garanzia della validità del documento che veniva rilasciato, con cui Bottai, a partire dal suo patrimonio individuale, copriva il valore della fidejussione. Anzi, nelle stesse Condizioni generali della fidejussione all'articolo 13, la polizza prevedeva una clausola risolutiva espressa per la mancata sottoscrizione del coobligato che doveva essere allegata insieme all'elenco dei beni eventualmente escutibili. Ebbene la coobligazione non è mai stata allegata da Bottai alla fidejussione, e al contempo l'imprenditore non ha mai consegnato l'elenco dei suoi beni. Per cui scrive la dirigente Tanini rispondendo a una nostra esplicita domanda: 'la polizza senza la sottoscrizione del coobligato non avrebbe dovuta essere accettata da parte del Comune'".

In pratica la garanzia fidejussoria era incompleta, e quindi inefficace, a prescindere dalla sua provenienza. E quindi afferma Ucic-Prc: "Il Comune non avrebbe mai potuto escutere questa fidejussione in quanto mancavano gli atti di coobligazione di Stefano Bottai. Siamo di fronte, quindi, ad un imprenditore, che oggi siede nel Cda di Toscana Aeroporti, che in maniera reiterata ha portato in Comune fidejussioni farlocche che l'ente pubblico non avrebbe mai potuto incassare. Riteniamo al contempo inammissibile questa ulteriore omissione da parte della giunta Filippeschi che non ha mai verificato nè reso pubblico questo ennesimo scandalo nella gestione di questa pratica da milioni di euro".

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