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Lunedì, 25 Settembre 2023
Cronaca

Pisa ricorda la firma delle leggi razziali: "Un giorno infausto per la città e tutto il Paese"

Il sindaco Michele Conti, insieme alle autorità cittadine, ha partecipato alla cerimonia del 'Giorno della Memoria' nel Parco di San Rossore

Come ogni 5 settembre, anche nella mattinata di oggi la città, con le sue autorità, si è riunita all'interno del Parco di San Rossore per tenere viva la memoria della firma delle leggi razziali, che avvenne 84 anni fa per mano del re Vittorio Emanuele III e segnò l'inizio di un periodo ancora più duro e oscuro per il nostro Paese, già afflitto dalla dittatura del fascismo. "Oggi ricordiamo una data infausta per la nostra città - ha commentato il sindaco Michele Conti - la firma delle leggi razziali che avvenne proprio qui dove ci troviamo: una data che, per una cinica casualità, lega Pisa alle leggi razziali che vennero firmate dal re Vittorio Emanuele a San Rossore, dove passava gran parte del periodo estivo e dove si trovava, appunto, il 5 settembre del 1938".

Conti ha proseguito: "Per questo come Comune di Pisa, insieme alle altre istituzioni della città, diamo un grande significato a questo 'Giorno della Memoria': è come se la storia, per un fortuito caso, ci avesse assegnato il compito e la responsabilità di fare più degli altri nell’assumere l’impegno di commemorare e nella lotta contro l’antisemitismo. Eppure per noi Pisani questa contingenza appare come un paradosso. Pisa è una città che ha una storia di grandi aperture e di relazioni verso mondi diversi, fin dall’epoca gloriosa della Repubblica nell’alto Medioevo.  All’inizio del quattordicesimo secolo nasceva l’Università di Pisa frequentata da studenti e docenti provenienti da molte città italiane e dall’estero. Oggi, dopo 84 anni, noi ripensiamo agli uomini e alle donne che anche a Pisa video spezzare le loro vite e ci commuove pensare alla loro incredulità per quel che avveniva a cui certamente erano impreparati. Per la grande maggioranza degli ebrei in Italia le leggi costituirono un colpo improvviso, inatteso e doloroso. L’applicazione di quelle assurde leggi, comportò quella che è stata definita una 'doppia epurazione' dal nostro antico Ateneo, di docenti e di studenti innocenti, la cui unica 'colpa' era di appartenere a una storia e una religione non cattolica".

"Una 'colpa' che improvvisamente li privò dei diritti civili più elementari, quelli al lavoro e al diritto allo studio. Fino a perdere, con il breve volgere degli anni, tutti gli altri diritti compreso il più fondamentale di tutti, quello alla vita, finendo per diventare agli occhi dello Stato 'non persone', prive dunque di qualunque diritto. Purtroppo, questo avvenne anche il mezzo al silenzio di tanti che preferirono non immischiarsi o non ebbero il coraggio per farlo. La storia ha saputo raccontare quel che successe allora a milioni di ebrei nel continente europeo, a migliaia di ebrei in Italia e a centinaia di innocenti ebrei pisani. E noi oggi dobbiamo avere la consapevolezza che per guardare avanti, dobbiamo ricordare e far conoscere il nostro passato". Il sindaco ha concluso: "Oggi dunque non può essere il tempo dell’indifferenza, ma quello della consapevolezza di quel che accadde. E di riscoprire anche la nostra storia che è fatta di rispetto, dialogo, confronto e di leggi giuste. Tutte basi per una convivenza pacifica e per la prosperità di qualunque comunità. Compresa la nostra città". Il sindaco Michele Conti ha ringraziato anche il rettore Mancarella, che finisce il suo mandato alla fine di questo mese, per la guida dell’Ateneo cittadino in questi anni e per l’impegno - dalla cerimonia di scuse in avanti - nel dare la giusta importanza a questa ricorrenza.

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