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Cronaca

Cerimonia in ricordo di due agenti scomparsi a causa della sla

Al Bagno della Polizia di Stato a Calambrone tributo alla carriera e all'impegno del Sovrintendente Capo Roberto Russo e dell'Assistente Capo Gaetano Fuso

Presso il bagno della Polizia di Stato a Calambrone si è tenuto un evento commemorativo in ricordo del Sovrintendente Capo Roberto Russo e dell’ Assistente Capo Gaetano Fuso, poliziotti in servizio rispettivamente presso la Questura di Lucca e presso la Questura di Lecce, affetti da sla e prematuramente scomparsi (Russo nel gennaio 2021, Fuso nel novembre 2020).

La cerimonia è stata organizzata dalla Sadal di Michela Rudas che gestisce lo stabilimento balneare, in collaborazione con le associazioni sportive dilettantistiche Happywheel e Surf4all di Livorno, che hanno come finalità l’integrazione ed il miglioramento della qualità della vita delle persone con disabilità motorie, sensoriale e cognitiva.

Onori di casa fatti dal Questore di Pisa Gaetano Bonaccorso, presenti il questore di Lucca Dario Sallustio e quello di Livorno Roberto Massucci; l’assessore alla sicurezza del comune di Pisa Giovanna Bonanno; la prof.ssa Loredana Caso, vedova del sovrintendente Capo Russo Roberto; l’avv. Giorgia Rollo, vedova dell’assistente Capo Gaetano Fuso ha inviato un messaggio di ringraziamenti.

Il ricordo di Roberto Russo

Il Sovrintendente Capo Roberto Russo nasce a Napoli il 6 dicembre del 1965. Si arruola in Polizia nel 1990, frequentando il corso per Allievi Agenti presso la Scuola della Polizia di Stato di Senigallia (AN). Al termine del corso di formazione viene inviato a Milano, presso la Squadra Volanti della Questura, dove permane per circa 4 anni distinguendosi per l’abnegazione e la professionalità. Nel 1994 viene trasferito alla Questura di Napoli, dove presta servizio ai 'Falchi' e al Commissariato 'di frontiera' di piazza Dante, competente sui quartieri Spagnoli e la Pignasecca, ad altissima densità criminale. Nel 2008 il trasferimento a Lucca, per amore della moglie e delle due figlie, che reclamano una vita più tranquilla, soprattutto per lui. Il 3 gennaio del 2021, dopo aver convissuto, con il coraggio che lo contraddistingueva sulle strade di Milano Napoli e Lucca, con la terribile malattia sla, si spegneva nella sua casa di Lammari (Lucca).

Il ricordo di Gaetano Fuso

L’Assistente Capo Gaetano Fuso nasce a Calimera (Lecce) nel 1976; nel 1995, all’età di 19 anni si arruola in Polizia, spinto dall’estremo sacrificio dello zio, Antonio Montinaro, capo scorta del giudice Giovanni Falcone, perito nella strage di Capaci del 1992. Frequenta il corso per Allievi Agenti alla Scuola della Polizia di Moena (Bolzano) e, al termine, viene assegnato al XII Reparto Mobile di Reggio Calabria. Consegue le abilitazioni di operatore di Squadra Volante, di Istruttore di Tecniche operative e di Videofotosegnalatore, e nel 2013 viene assegnato al Commissariato di Pubblica sicurezza di Galatina come operatore della Polizia scientifica. L‘anno successivo si ammala di sla e dispensato dal servizio per fisica inabilità; ciononostante, grazie al sostegno della moglie Avv. Giorgia Rollo e di amici e colleghi, fonda l’ Associazione '2HE-Center for human health and environment' e dà vita al progetto 'Io posso - La Terrazza Tutti al mare', riuscendo ad attrezzare un bagno per disabili sulla spiaggia di S. Foca a Marina di Melendugno (Lecce), siglando nel 2017 un protocollo di intesa con il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, che si impegna ad assicurare per la stagione estiva un servizio di bagnini presso il bagno La Terrazza, con personale delle forze dell'ordine e della Questura di Lecce muniti dell’ apposito brevetto.

Per la sua determinazione, Gaetano Fuso il 5 febbraio del 2018, nel palazzo del Quirinale, viene insignito dal Presidente della Repubblica della onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Muore a Calimera il 14 novembre del 2020, lasciando la moglie e due figli. Ecco le parole con cui Gaetano Fuso presentò il progetto 'La Terrazza - tutti al mare': "Sono Gaetano Fuso, un giovane salentino con la passione per il mare che è stato colpito da una malattia devastante come la sla. Nonostante tutto, ho deciso di non darmi per vinto e di realizzare un vero accesso al mare che potesse accogliere tutti, anche chi con malattie neurodegenerative o altamente invalidanti non ha mai smesso di desiderare il mare. Con determinazione e sacrificio, lottando ogni giorno contro questa malattia, ho trovato la forza per riunire un gruppo di amici instancabili e realizzare il mio sogno, un sogno comune a tanti compagni di disavvenuta: immergermi ancora in mare, rivivendo di nuovo emozioni uniche, nonostante la dipendenza da dispositivi medici a supporto delle funzioni vitali. L’ essenza di 'io posso' è vedere nelle acque di San Foca persone come me, che in completa sicurezza fanno il bagno con i loro cari. Un sogno che si realizza, per dire io vivo ancora, non sopravvivo. Io posso!". 

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